DEL PECORA, Iacopo
Prese parte attiva alle fazioni della sua città, Montepulciano, di cui la sua famiglia aveva lungamente tenuta la signoria. Nel 1390, per aver agito contro il comune di Firenze in favore dei Senesi, fu dai Fiorentini condannato alla prigionia, ove rimase sino al 1407. Scrisse poesie d'amore, per lo più in corrispondenza con altri rimatori, e laudi spirituali. L'opera sua più notevole è la Fimerodia "cioè a dire famoso canto d'amore" (pubbl. da C. Del Balzo, Poesie di mille autori intorno a Dante Alighieri, III, Roma 1891). È un poema morale allegorico in 38 canti in terzine, che imita la Divina Commedia, i Trionfi e le opere minori volgari del Boccaccio.
Bibl.: L. Gentile, Rime inedite d'Iacopo da Montepulciano e d'altri a lui, in Giorn. stor. d. lett. it., III (1884), p. 222; A. Tenneroni, Laude di I. da M., in Giorn. stor. d. lett. it., XI (1888), p. 190; L. Suttina, Intorno alla prigionia di I. di M., in Mélanges Chabaneau, Erlangen 1907, pp. 1035; G. Zaccagnini, I. da M., in Giorn. stor. d. lett. it., LXXXVI (1925), pp. 225-288.