Pittore e incisore (n. probab. a Venezia 1440-50 circa - m. forse a Bruxelles prima del 1515-16); conosciuto anche col nome di Maestro del caduceo, emblema che usò come firma, forse da identificarsi anche con quel "Meister Jacon der Weylische" noto da alcune fonti tedesche e con quel Jacob Waltch o Walch conosciuto da A. Dürer. La sua formazione avvenne a Venezia sotto gli influssi di Alvise Vivarini, Antonello da Messina, Gentile e Giovanni Bellini. A partire dal 1500 fu al servizio dell'imperatore Massimiliano e di varî principi tedeschi, poi di Filippo di Borgogna e, infine, di Margherita d'Austria, a Malines e a Bruxelles. L'influenza dell'artista, molto limitata in Italia, fu notevole in Germania e nei Paesi Bassi: i Vischer, Lucas Cranach, Altdorfer e Mabuse dimostrano di avere studiato e apprezzato le sue opere. Tra esse va ricordata soprattutto la Natura morta (1504) nella pinacoteca di Monaco. La critica non è concorde nell'attribuirgli il ritratto di Luca Pacioli (1495, Napoli, Capodimonte, firmato Iaco. Bar.). Delle sue incisioni si ricordano la bellissima veduta di Venezia (1500), in sei blocchi di legno, e l'Apollo saettante.