IACOPO da Belviso
Giureconsulto italiano, nato nel 1270 da cospicua famiglia a Bologna, dove morì nel gennaio 1335. Studiò con Francesco d'Accursio e Dino in patria, vi fu lettore negli anni 1296-97 in qualità di baccelliere, ma per motivi politici non poté ottenere il titolo di dottore che gli venne conferito invece ad Aix nel 1297. L'anno seguente lo troviamo a Napoli professore di diritto, consigliere del re Carlo II e giudice della Gran Corte. Nel 1305, riconosciutogli il titolo di dottore anche a Bologna, tornò a leggere nella sua città natale; ma fu costretto, sempre per motivi politici, ad allontanarsene l'anno dopo. Insegnò successivamente a Padova, a Siena, a Perugia, a Napoli, e di nuovo a Bologna dal 1321 in poi. I. contribuì notevolmente a diffondere in Italia nello studio del diritto le nuove correnti ultramontane che aveva conosciuto durante il soggiorno in Francia; ed è questo il suo merito principale.
Restano delle sue opere un importante commento all'Autentico (Lione 1511), un altro sui Libri feudorum (Lione 1511, Heidelberg 1559, Colonia 1563), un trattato di Practica criminalis (Lione 1515), questioni, soluzioni e brocardi diversi e infine un trattato De excommunicatione, che è saggio della sua capacità di canonista (in Tract. univ. iuris, XIV).
Bibl.: F. C. Savigny, Storia del dir. rom. nel Medioevo (trad. Bollati), Firenze 1844-45, II, 11, p. 210 segg.; J. F. v. Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canon. Rechts, II, Stoccarda 1875-77, p. 233.