Giurista (Tolosa 1522 - Bourges 1590). Studiò a Tolosa, ma fu soprattutto nella sua educazione umanistica un autodidatta. Cominciò a insegnare a Tolosa (1547); insegnò poi a Cahors (1554-55), a Bourges (1555-57), a Valenza in Delfinato (1557-59), a Bourges (1559-60), un anno a Torino (ott. 1566 - ag. 1567), di nuovo a Valenza (1567-75), per la terza volta a Bourges (1575-1590), che fu il centro della vera scuola cuiaciana. Tra i suoi scolari ricordiamo G. Scaligero, A. Loisel, P. Pithou. Il C. eccelse nell'esegesi analitica e critica del testo, come voleva la sua profonda cultura umanistica: le Observationes et emendationes e i Commentarii alle Pandette e al Codice, le sue opere maggiori, sono il frutto più insigne del suo indirizzo metodologico, il quale, se rendeva omaggio all'opera dei glossatori ed esaltava Accursio al di sopra degli interpreti greci e latini, si opponeva implacabilmente all'indirizzo di Bartolo, che copriva di dispregio. Questo atteggiamento polemico, che nascondeva al C. la grandezza dello sforzo ricreatore della scuola bartoliana, segnò pure i limiti dell'indirizzo cuiaciano: il quale prevalse in Francia e in Olanda fino al sec. 17º inoltrato, ma non ebbe fortuna altrove.