CORSINI, Iacopo
Nacque a Firenze, e fu attore comico operante intorno alla seconda metà del sec. XVIII, ma, allo stato delle ricerche, si ignorano data di nascita, paternità e maternità, formazione culturale, inizio della carriera, particolari precisi di questa, data di morte. Il Bartoli, che scriveva prima del 1782, afferma che già da molto il C. recitava a Firenze al teatro di via del Cocomero, al seguito della compagnia comica di Giovanni Roffi; e le raccolte delle ottave che egli recitava a chiusura, pubblicate a Firenze, confermano la sua attività in quel teatro dal 1770 al 1780. Dalle ottave pubblicate si viene a conoscenza anche del repertorio in cui si esibiva: recitava soprattutto commedie di Goldoni, e quindi opere di P. Andolfati, P. Chiari, S. A. Sografi.
Sempre secondo il Bartoli - che è la fonte principale - sosteneva nella compagnia le parti del padre, e altri caratteri seri, e nello stesso tempo anche ruoli comici e scherzosi. Alla fine di ogni rappresentazione - diventerà usanza tipica degli Stenterelli - improvvisava, o meglio fingeva di improvvisare, un'ottava, che cantava riscuotendo gli applausi del pubblico. In ciascuna si ispirava al contenuto della commedia appena rappresentata; le "improvvisazioni" rivelano un certo estro e una buona dose di fantasia, nel rinnovare sempre il contenuto dei versi pur ispirati alla medesima opera, più volte ripetuta anche durante la stessa stagione teatrale, e anche uno spirito pungente e pronto nel cogliere i motivi fondamentali delle varie commedie. Al termine di ogni stagione, inoltre, recitava una ottava supplementare di commiato e ringraziámento espressamente al pubblico fiorentino; e il notevole successo era dovuto, sembra, proprio al suo modo di esprimersi con garbo e finezza, e con un'arguzia che tuttavia non urtava la sensibilità degli spettatori. Questi, anzi, come dalle prefazioni, richiedevano con entusiasmo la stampa della raccolta alla fine di ogni stagione teatrale. Ciò costringeva il C. ad anticipare per l'editore le ottave delle ultime recite della compagnia, secondo il calendario delle rappresentazioni in programma. La pubblicazione delle ottave avvenne puntualmente, almeno per gli anni 1770-1780, in piccoli libri posti in vendita presso Cambiagi, nella stamperia granducale di Firenze, con il titolo Ottave cantate nel teatro del Cocomero dal comico sig. Jacopo Corsini una per ciascheduna delle recite dalla primavera dell'anno 1770 fino a tutto il carnevale 1771 (e con medesimo titolo per gli anni seguenti).
Il C. lasciò Firenze solo nel 1780, quando era ormai in età avanzata, sempre al seguito della compagnia Roffi, per recitare a Livorno, Milano, Genova e in altre città, riscuotendo sempre grande successo presso il pubblico. Il Bartoli ne sottolinea la bravura e le capacità di attore. Il Colomberti, continuandone la biografia, fornisce solo alcune informazioni sugli ultimi anni: nel 1790 il C. ritornò a Firenze e, ritiratosi dopo poco dall'attività, vi morì verso il 1800.
Oltre alle ottave recitate al teatro del Cocomero furono pubblicate a Livorno nel 1780le Ottave cantate nel teatro di S. Sebastiano in Livorno: una per ciascheduna delle sue recite nell'autunno dell'anno 1780; il Rasi ne ricorda altre nove scritte per la prima donna della compagnia, Giuseppina Fineschi, in occasione della commedia Colombina spirito folletto. Il C. scrisse anche uno scherzo poetico, Il viaggio dei Fiorentini alla Madonna della Tossa, pubblicato a - Firenze nel 1824. Vi descriveva le vicende di quattro amici che, preso lo spunto da un prior Pellegrino autore di un racconto molto particolareggiato di un suo pellegrinaggio a Loreto, decidono di intraprendere un "viaggio" da Firenze alla chiesa della Madonna della Tossa, subito fuori le mura della città. Un percorso brevissimo che si dilata, fino ad impegnare i protagonisti per vari giorni, nella descrizione di stati d'animo, riflessioni, incontri, avventure, luoghi particolari. Scrisse anche un componimento sacro, Santa Teodora vergine e san Didimo martiri in Alessandria (Firenze 1778),composto per essere cantato nell'oratorio di S. Filippo Neri a Firenze, e musicato da Giuseppe Sarti.
Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Notizie istor. de' comici italiani che fiorirono intorno all'anno 1550 fino a' giorni presenti, Padova 1782, I, pp. 184 ss.; Roma, Bibl. d. Ist. naz. di archeol. e storia dell'arte, ms. 22 [1880]: A. Colomberti, Cenni artist. dei comici ital. dal 1550 al 1780, compilati dall'artista comico Francesco Bartoli e dall'attore Antonio Colomberti continuati fino al 1880, p. 154; L. Rasi, I comici italiani, Firenze 1897. I, pp. 702-05; N. Leonelli, Attori tragici attori comici, I, Milano 1940, p. 262; Enc. d. Spett., III, col. 1562.