Chimenti, Iacopo (detto anche Iacopo da Empoli)
Pittore (Firenze, 1554 circa - m. nel 1640). Nel 1591 gli fu commissionata, su volere testamentario di Niccolò Gaddi, una pala che rappresentasse la Immacolata Concezione così come D. l'aveva espressa nel c. XXIII del Paradiso, e da destinare alla cappella dei Gaddi, già degli Alighieri, nella chiesa di S. Remigio a Firenze. La composizione fu portata a termine nello stesso anno. I disegni preparatori, conservati al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, mostrano profonde divergenze con l'ultima soluzione adottata dall'artista per assolvere il compito assegnatogli, e sono prova delle difficoltà da lui incontrate per tradurre in immagine visiva e comprensibile al pubblico quella così simbolica di Dante.
Alla fine del Cinquecento i dettami in fatto di arte dati dal concilio di Trento continuano a essere operanti: l'immagine deve essere chiara, concreta, leggibile. Il C. non prescinde da tali indicazioni pur non rinunciando a tradurre in qualche modo le immagini dantesche. Egli infatti ricorre a un interessante espediente figurativo: raffigura la Vergine (che nei versi di D. non è presente se non per suggestione) quasi di spalle nell'atto di ammirare la sua stessa purezza, la candida rosa, rappresentata sul fondo della pala mediante un sapientissimo gioco di luci. La composizione è insolita ma raggiunge il duplice scopo di rendere assai più leggibile l'immagine senza tradire il senso dei versi danteschi, ponendo due volte la Vergine a protagonista. Nel più noto dei disegni preparatori (no 3442F. del Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi) appaiono molte incertezze: la presenza della candida rosa è suggerita mediante l'iscrizione della figura della Vergine in una mandorla attorniata da angeli. Il C. dovette rendersi conto dell'inadeguatezza della composizione in cui la Vergine compariva come qualsiasi altro elemento del disegno, se nella pala si allontanò tanto dal disegno iniziale, semplificando al massimo tutti gli elementi e immergendo i personaggi nella luce, sì che questa diventasse la vera protagonista del quadro assieme alla robusta figura di Maria in primo piano e controluce.
Bibl. - G. Richa, Notizie storiche delle chiese fiorentine, Firenze 1754, I 259; U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, VI, Lipsia 1912, 501; S. De Vries, I. C. da Empoli, in " Rivista d'Arte " XV (1933) 348, 385; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, parte VII, Milano 1934, 666; Bacci, Gamba, Procacci, Sabbatini, Mostra del '500 toscano, Firenze 1940, 162; Mostra di disegni di Iacopo da Empoli, catalogo a c. di A. Forlani con introduzione di A. Bianchini, ibid. 1962, 20; E. Tea, Quattrocento e Cinquecento, I, Torino 1964, 117.