CAETANI (Tommasi), Iacopo
Nipote di Bonifacio VIII, fu Caetani da parte di sua madre, un'anonima sorella del pontefice anagnino. Suo padre sarebbe stato un certo Gualcano Tommasi, non meglio identificabile. Le fonti contemporanee chiamano il futuro cardinale di S. Clemente: "Iacobus nepos papae", "Iacobus Gaietani de ordine Minorum" o "Iacobus de Anagnia". Nella storiografia moderna il suo nome oscilla tra Caetani e Tommasi. Sul periodo della sua formazione e le prime tappe della sua ascesa ecclesiastico-curiale le informazioni a nostra disposizione sono molto vaghe e laconiche. Ignoriamo persino il luogo da lui prescelto per entrare nell'Ordine dei frati minori, per il quale da cardinale non risparmierà aiuto e sostegno.
Prima di essere creato cardinale prete del titolo di S. Clemente da Bonifacio VIII, il 17 dic. 1295, il C. sarebbe stato vescovo di Alatri secondo le affermazioni di alcuni eruditi. Fu l'Ughelli (nella terza edizione del Ciaconius, II, p. 323) a diffondere tale ipotesi, che non viene confortata da nessun documento. La cronotassi dei vescovi di Alatri non presenta lacune documentarie dal 1264, anno in cui fu nominato il domenicano Crescenzio da Cava, al 1290, anno dell'elezione del suo successore, il futuro cardinale Leonardo Patrasso parente in secondo grado del Caetani. Tutt'al più si può pensare che negli ultimi anni dell'episcopato di Crescenzio, morto in età assai avanzata, il C. fu fatto suo coadiutore.
Le sue sottoscrizioni cardinalizie a noi note si estendono dal 13 marzo 1296 al 27 giugno 1298. Secondo l'autore trecentesco della Chronica XXIV Generalium Ordinis Minorum, il C."factus fuit per eundem, dominum papam presbyter cardinalis, postea factus est episcopus Hostiensis" (Analectafranciscana, III[1897], p. 432). Si tratta molto probabilmente di una svista del cronista francescano, in quanto non risulta da altre fonti più attendibili che al C. fosse stata affidata la diocesi suburbicaria di Ostia. Il 30 giugno 1298 è attestata la sua presenza al concistoro riunito a S. Pietro da Bonifacio VIII per trattare del conflitto che opponeva le corone di Francia e di Inghilterra. Per quanto riguarda la sua "familia" o corte cardinalizia le fonti ci fanno conoscere soltanto il nome di un suo cappellano - Guillelmus Rochafolius - al quale il 23 maggio 1298 il pontefice conferì l'arcidiaconato di S. Antonin nella diocesi di Rodez.
Il C. fu identificato dal Frugoni con quel cardinale Thomas che aveva suggerito a Tommaso da Sulmona di raccogliere le notizie sui miracoli attribuiti a Celestino V, di recente scomparso. Il carattere antibonifaciano dell'opera e la presenza nel collegio cardinalizio di quell'epoca di Tommaso d'Ocre dell'Ordine dei celestini, creato cardinale da Celestino V il 18 sett. 1294 e morto il 29 maggio 1300, rendono insostenibile questa affermazione, il cui interesse sarebbe stato quello di documentare l'uso, nelle fonti contemporanee, del cognome Thomas o Thomasius.I bollandisti poi non hanno dubbi che fu Tommaso da S. Cecilia, cioè il cardinale abruzzese da Ocre, l'ispiratore di questa antica biografia celestiniana (cfr. Analecta bollandiana, XVI[1897], pp. 370 ss.).
è difficile stabilire quali fossero i rapporti tra il C. e Bonifacio VIII. Il Boyle (p. 340 n. 44) osserva che il C. probabilmente non deve essere considerato il cardinale nepote preferito di Bonifacio VIII anche perché il suo nome non figura tra i legati lasciati dal pontefice alla basilica di S. Pietro nel 1301. L'osservazione è acuta, ma non riesce da sola a gettar piena luce sul complesso gioco di relazioni che si era venuto a creare alla corte di Bonifacio VIII sul piano della politica familiare. Essa non tiene conto inoltre di una profezia ab eventu, non priva di ogni fondamento: nel Liber Joachim de Flore de summis pontificibus, redatto da un omonimo spirituale poco dopo la morte di Benedetto XI (7 luglio 1304) e prima dell'elezione di Clemente V (5 giugno 1305), il C. viene così ricordato: "…iniquus predictus amisit fantasma, scilicet nepotem fratrem minorem, qui erat quoddam simulacrum vel idolum eius (i.e. papae) et quem optabat et forte sperabat in pontificatu sibi succedere…". La mancanza di altre notizie sul suo cardinalato, durato solo quattro anni, non ci permette di inquadrare meglio la sua personalità.
Il C. morì a Roma il 1º genn. 1300 (Arch. Segr. Vaticano, Oblig. et Solut., I, f. 11r).
Il nome del C. è legato al bellissimo tabernacolo che egli fece costruire nella parte destra dell'abside della chiesa di S. Clemente a Roma, da lui restaurata nel 1299. Della sua donazione è testimone l'iscrizione coeva, dovuta forse alla penna del cardinale Stefaneschi, che ritrae brevemente la sua carriera ecclesiastico-curiale. Il donatore del tabernacolo e cioè il C. fu recentemente identificato con la figura mitrata in attitudine di preghiera visibile nella parte sinistra all'interno del timpano.
Fonti e Bibl.: Les registres de Boniface VIII, a cura di A. Thomas-M. Faucon-G. Digard-R. Fawtier, Paris 1884-1939, nn. 1163, 1232, 1839, 2702; A. Ciaconius, Vitae er res gestae pontificum Romanorum…, II, Romae 1677, p. 322; C. Eubel, Die Bischöfe, Cardinäle und Päpste aus dem Minoritenorden von seiner Stiftung bis zum Jahre 1305, in Römische Quartalschrift, IV(1890), p. 244 n. 121; E. Göller, Die Einnahmen der apost. Kammer unter Benedikt XII., Paderborn 1920, pp. 28, 35, 41, 43, 145; G. Caetani, Caietan. genealogia, Perugia 1920, p. 45 n. 16; Id., Domus Caietana,I, 1, San Casciano Val di Pesa 1927, pp. 37 s., 70; H. Grundmann, Liber de Flore. Eine Schrift der Franziskaner-Spiritualen aus dem Anfang des 14. Jahrhunderts, in Historisches Jahrbuch, XLIX(1929), p. 84 n. 16; A. Frugoni, Celestiniana, Roma 1954, pp. 38, 72; L. E. Boyle, An ambry of 1299at San Clemente, Rome, in Mediaeval Studies, XXVI(1964), pp. 329-350; R. Ritzler, I cardinali e i papi dei frati minori conventuali, in Miscellanea francescana, LXXI(1971), p. 18 n. 5; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 12; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., XI, col. 151.