BUSSOLARI, Iacopo
Frate dell'ordine degli eremitani; se ne ignora l'anno di nascita. I classici ricordi, l'amore grande alla gloria rimproveratogli in un'epistola dall'amico Petrarca, sembrano avvicinarlo agli uomini nuovi dell'Umanesimo; rivela invece la vecchia mentalità faziosa, non spingendo lo sguardo oltre le mura cittadine. Nel 1356 è a Pavia e come predicatore desta larga commozione sferzando i corrotti costumi; vedendo la causa di questa corruzione anche nella forma di reggimento della città, sogna di rinnovare le antiche libertà comunali. Il tentativo del B. fu favorito dai pericoli che minacciarono l'integrità de' dominî viscontei dopo la morte dell'arcivescovo Giovanni, quando il marchese Giovanni II di Monferrato estese per breve tempo la sua signoria su Pavia. Nel marzo del 1356 Galeazzo si dispose ad assalire la città dalla parte di terra con le sue truppe e dal fiume col naviglio piacentino; ma il 27 maggio il B. si mise a capo del popolo, prese le opere di fortificazione del nemico, ne distrusse il naviglio. Furono cacciati i Beccaria, che avevano signoreggiato in nome dei Visconti prima, del Marchese poi, e che avevano cercato di far uccidere il frate; Giovanni di Monferrato, intendendo appoggiare la sua nuova signoria al convento degli eremitani, lascia mano libera al B.; questi dà al governo cittadino forma popolare e oppone un'eroica resistenza ai nemici, che sullo scorcio del 1358 decisamente ripetono il tentativo di piegare i ribelli. Minacciato di scomunica nel Capitolo degli eremitani tenuto a Padova nel settembre 1359, cede solo quando vede Pavia stremata di forze; il 13 di novembre del 1359 apre le porte alle truppe di Galeazzo. Consegnato al provinciale degli eremitani di Vercelli, fu processato e tenuto in prigione per 14 anni. Morì il 1375 o 1380 presso il fratello Bartolomeo, vescovo di Nola.
Bibl.: Dei contemporanei parlano del B. Matteo Villani, Pietro Azario e il Cronista Piacentino; fra gli storici posteriori, v. G. Bossi, Annali e Memorie Novo-Antiquae (manoscritte all'Universitaria di Pavia). Per i rapporti del B. col Petrarca v. De Sade, Mémoires pour la vie de F. Pétrarque, Amsterdam 1767, III, pp. 460-75. Ma soprattutto importanti: G. ROmano, in Arch. Stor. lombardo, XIX (1892) e XXII (1895).