BORGIANNI, Iacopo (Iacopo di Borgianni di Mino, Iacopo Borgianni Bongianni, Borganni Bonganni)
Nacque a Firenze tra il 1443 e il 1444 (poiché dal catasto di Santa Croce, quartiere Lion Nero, del 1480 risulta trentaseienne) da Borgianni di Mino di Borgianni e da Nanna di Matteo di Castiglione.
Il padre era uomo di famiglia modesta e di altrettanto modeste risorse, che gli permettevano tuttavia una certa qual agiatezza economica e un intervento nella vita politico-amministrativa della città: difatti era stato nel 1443 console dell'arte degli Oliandoli e nel 1477 fu uno degli Otto di guardia.
Sulla giovinezza e sugli studi del B. non siamo informati: certo appartenne comunque alla cerchia medicea, e noi lo conosciamo soprattutto come amanuense. Compilò infatti tra il 1460 e il 1464 il codice Rossiano 43.C.34. - che risulta essere almeno in buona parte di sua mano - e verso il 1467 il Riccardiano 2732.
La qualità artistica di questi codici, miscellanei entrambi, è estremamente modesta: la scrittura è mercantesca, le rubriche e i titoli sono in inchiostro rosso, e l'insieme pare sempre piuttosto privo di cura. Il Riccardiano è importante perché vi sono trascritte le rime recitate il 22 ott. 1441 nella gara nota come "certame coronario". Il Rossiano, che risulta da una nota di possesso in inchiostro rosso a c. 1r essere stato proprietà del B. stesso, ci ha conservato (cc. 42v-63r) alcune rime del Burchiello e di altri. A c. 59v troviamo due composizioni del B. stesso, il sonetto "Cicerbita escherola e perpinella" nonché la lauda "Misericordia madre pia". In entrambe il B. ci si rivela di risorse altrettanto modeste come poeta che come amanuense. Il sonetto è d'ispirazione chiaramente burchiellesca, la lauda riprende invece modi belcariani. Il Belcari viveva ancora al tempo in cui il B. scriveva, e come lui apparteneva alla clientela medicea: il B. può averlo quindi personalmente avvicinato. Entrambe le composizioni sembrano comunque più il risultato di un'esercitazione dilettantesca che di un vero e proprio sia pur mediocre impegno poetico; del resto, il B. non ha lasciato, per quanto ci risulta, nessun'altra rima.
Dal 1471 al 1482 possediamo viceversa ventitré lettere che il B. spedì da Bologna a Lorenzo il Magnifico (o al di lui cancelliere Nicolò Michelozzi). Non sappiamo però se in tutti questi anni egli risiedesse stabilmente a Bologna ed è opinabile il contrario: semmai, il fatto che la stragrande maggioranza di queste lettere (20 su 23) risalga al periodo dal 1471 al 1474, e più propriamente agli anni 1472-73, induce a supporre che egli possa avervi soggiornato di continuo in questo periodo.
Le funzioni del B. a Bologna non risultano chiaramente dalle lettere, di cui purtroppo non conosciamo le risposte: certamente il B. curava gli interessi pubblici e privati di Lorenzo, ma anche a questo riguardo le informazioni dateci dalle carte in questione sono piuttosto sibilline. Ora egli informava il Magnifico di certi prestiti di danaro da lui effettuati o lo pregava di prestarne a sua volta ai latori delle sue lettere; ora lo informava di fatti di cronaca, per noi almeno apparentemente privi di un qualche interesse che potesse andare oltre la semplice curiosità; ora gli dava conto dei suoi rapporti con personaggi più o meno illustri, come Bartolomeo Socini o lo stesso Giuliano de' Medici; ora gli esprimeva infine il suo affetto e la sua riconoscenza con l'invio di modesti doni.
Certe altre lettere hanno però un carattere più precisamente politico e fanno pensare che il B., con il pretesto forse di curare in Bologna gli interessi privati medicei, avesse in realtà il ruolo dell'informatore.
In quegli anni la sua posizione economica non doveva essere florida, né egli impiegato in qualche vera e propria occupazione redditizia: può darsi che i suoi servigi presso il Magnifico bastassero a procurargli il necessario, ma non doveva possedere molto di più. Nel catasto del 1480 suo padre Borgianni di Mino dichiarava: "Iacopo mio figliolo e non fa nulla". Il B. aveva allora 36 anni ed era, per quanto si sa, scapolo; secondo quanto ci risulta, la conduzione della casa e dei beni paterni era stata affidata dall'anziano padre non al B., ma al fratello Francesco, di due anni più giovane e sposato. Queste circostanze confermerebbero le notizie contenute nel catasto, anche se, in generale, certe dichiarazioni relative all'insicurezza economica, dei familiari a carico siano sempre sospette di essere state rese per sfuggire ai rigori fiscali.
Dopo il periodo bolognese mancano notizie del B.: lo ritroviamo il 15 marzo 1494 come facente parte dei "Bonomini", poi, nel 1496, tra i Dieci di balia, infine gonfaloniere l'8 genn. 1503. Evidentemente la sua giovanile dimestichezza con Lorenzo non gli impedì una successiva partecipazione alla vita pubblica nella riconquistata libertà cittadina. Non si hanno notizie posteriori al 1503.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Catasto,n. 1005,S. Croce-Lion Nero, c.86v; Ibid., Mediceo avanti il Principato, filze XXI, nn. 303, 483, 507; XXIV, 203, 330; XXVI, 120; XXVII, 64, 260; XXVIII, 80, 176; XXIX, 276, 339, 455, 457, 706, 718, 862, 961, 1080, 1148; XXXVI, 1255; XCVI, 132, 430; Ibid., Raccolta Sebregondi,966-Borgianni;Firenze, Biblioteca Riccardiana, cod. 2732; Roma, Bibl. dell'Acc. Naz. dei Lincei, ms. Rossi n. 226 (43.C.34); J. W. Bradley, A Dictionary of miniaturists,illuminators,calligraphers and copyists, I, London 1887, p. 154; F. Flamini, La lirica toscana del Rinascimento anteriore ai tempi del Magnifico, Pisa 1189, pp. 319-320.