BAROZZI, Iacopo
Veneziano, della contrada di S. Moisè, in seguito alla caduta dell'impero bizantino nel 1204, riuscì a conquistare le isole di Santorino e di Terasia, divenendone signore, e dando origine a una dinastia che resse queste isole sino a circa la metà del '300, con un intervallo nella seconda metà del '200.
Secondo la tradizione il B. avrebbe conquistato le isole nel 1207, partecipando alla spedizione che in quell'anno si organizzò sotto la guida di Marco Sanuto per la conquista dell'arcipelago, ma in realtà nessuna fonte lo cita esplicitamente tra i compagni del Sanuto. È vero che Andrea Dandolo (Chronica, in Rer. Italic. Script.,2 ediz., a cura di E. Pastorero, XII, I, I. X, C. IV, p. 282) cita Santorino tra le isole conquistate in seguito alla spedizione del 1207, ma tale testimonianza non ha valore assoluto, in quanto nel passo in questione è chiara la tendenza a concentrare in un unico momento episodi avvenuti in tempi diversi, forse anche per dare un carattere di organicità alla conquista delle isole dell'egeo, che in realtà dové svolgersi in maniera estremamente disordinata. Allo stesso modo non è attestata nelle fonti più antiche l'altra notizia, secondo cui il B. avrebbe prestato giuramento di fedeltà al Sanuto per le isole da lui conquistate.
In ogni modo, anche se tale giuramento di fedeltà fu realmente pronunciato, la fedeltà del B. a Venezia non sembra che sia mai venuta meno, ed anzi, anche in considerazione della sua esperienza nelle questioni orientali, nel 1244-45 egli ricoprì la carica di duca di Candia.
Il Hopf (p. 383) afferma che duca di Candia in questi anni fu Giovanni Barozzi, figlio del B., ma si tratta di una svista che lo stesso Hopf corresse nelle sue opere successive.
L'ultima notizia che abbiamo del B. risale al 1245; la sua morte deve essere avvenuta poco dopo.
Fonti e Bibl.: K. Hopf, Veneto-byzantinische Analekten, in Sitzungsberichte der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften zu Wien, Philos.hist. YIasse, XXXII (1859), pp. 381-383; J. Fotheringham, Marco Sanudo, conaueror of the Archipelago, Oxford 1915, pp. 57-59 e le fonti ivi citate; F. Thiriet, La Romanie vénitienne au Moyen áge, Paris 1959, pp. 82 s.