IACOBELLO del Fiore
Pittore, figlio di Francesco, che pare fosse anch'egli pittore non trascurabile, è una delle figure più notevoli dal lato storico, e più chiare stilisticamente dell'arte veneziana agl'inizî del Quattrocento. I più antichi ricordi di lui risalgono al 1401; ma la prima pittura che se ne possegga è quella del 1407, proveniente da Santa Maria di Monte Granaro presso Pesaro (Madonna della Misericordia e due Santi) ora nella coll. Grivakis a New York (un altro quadro dello stesso soggetto è a Venezia, all'Accademia). In quest'opera e nelle altre prime pitture (come la Madonnina, firmata, al Museo Correr di Venezia) si rivela attaccato alla tradizione bizantina di maestro Paolo. Su questa tendenza fondamentale egli innestò influssi gotici, specialmente derivati di Germania, nella Giustizia con gli Arcangeli delle Gallerie di Venezia, di un goticismo quasi barocco, tutta decorazione e riccio. Da Gentile da Fabriano e dal Pisanello, egli derivò anche elementi del gotico internazionale, ma senza mai turbare la propria arte ieratica e tutta superficie. Dal Leone di S. Marco del 1415 per il Palazzo ducale, al polittico di Sant'Agostino a Teramo, con l'Incoronazione della Vergine nella parte centrale (polittico che rimarrà tipico ai Vivarini, al Crivelli e allo stesso Mantegna) fino al Paradiso del 1432 già a Ceneda e ora alle Gallerie di Venezia, ancora basato sopra il Guariento, l'opera di I. appare quella del più immutabile dei vecchi artisti veneziani.
Ricorderemo come suo anche un piccolo trittico del municipio di Chioggia del 1437, che precede alquanto la morte avvenuta poco prima dell'8 novembre 1439.
Bibl.: Gronau, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (s. v., Fiore, Iacobello del: con la bibl. precedente); R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, VII, L'Aia 1926; L. Planiscig, I. del F., in Jahrb. der kunsthistor. Samml. in Wien, n. s., I (1926), pp. 29-30; O. S. Tonks, in International studio, ottobre 1929, pp. 29-30.