BAGUTTI (Baguti), I. (Jacopo ? )
Probabilmente di famiglia ticinese, giacché sono noti numerosi Bagutti, specialisti in pitture di genere decorativo, nati e attivi a Mendrisio e a Locarno; il B. risulta operoso in Inghilterra insieme con altri artisti di ceppo lombardo-svizzero. Si ignora la sua data di nascita e di morte e se svolse qualche attività in patria. A partire dal 1720 circa sono frequenti le notizie di suoi interventi in edifici inglesi, per opere a stucco, spesso in collaborazione con un "Artaria" che i documenti citano senza nome di battesimo (potrebbe quindi trattarsi sia di Giovanni Battista, sia di Giuseppe, sia dei due insieme). L'artista fu impiegato, con Artaria, nella sala ottagonale che fu aggiunta nel 1720 da J. Gibbs a Orleans House (Twickenham); successivamente, con Artaria e F. Serena, nel palazzo di Canons (Middlesex, poi demolito) che J. Gibbs probabilmente disegnò per il duca di Chandos; nel 1725 il B. ricevette 650 sterline per i lavori nella cappella di Canons (i documenti lo ricordano come "Mr. Burgooty"). Tra il 1722 e il 1726 decorò "all'italiana", sempre con Artaria, le chiese di St. Martin in the Fields e, pare, di St. Peter (1723-24) a Londra, e la villa di Chiswick (Londra) per commissione di lord Burlington (ante 1726). Fra il 1722 e il 1730 lavorò nel Senato dell'università di Cambridge. L'ultima opera nota sono gli stucchi nel castello di Hagley (Worcestershire), eseguiti con F. Vassaalli, Giuseppe Artaria e F. Serena nel 1758. È ancora ricordato un suo intervento nel salone di Moor Park (Hertfordshire), sempre in collaborazione con l'Artaria e con un Franchini, e nel salone centrale della villa di Mereworth (Kent) di lord Westmorland: la prima costruzione del genere in stile palladiano in Inghilterra, opera dell'architetto C. Campbell, il grande rivale di J. Gibbs.
Il B. doveva essere molto stimato e richiesto; in un documento è definito "stuccatore signorile"; né agì in subordine al più conosciuto Artaria, ché anzi, nel pagamento per la cappella di Canons, costui è indicato in secondo luogo, come "partner" del Bagutti. La sua opera si inserisce in edifici assai pregiati, quali quelli del Gibbs e del Campbell; rappresenta l'instaurarsi e il persistere del gusto rococò nella decorazione, singolarmente in contrasto con il carattere classico e severo delle architetture; gli stucchi del B. e dei suoi collaboratori costituiscono una sorta di elemento di incontro tra le due opposte tendenze architettoniche allora predominanti in Inghilterra. Il Murray fa merito al B. e agli altri italiani di aver dato l'avvio alla bella scuola degli stuccatori di Dublino.
Bibl.: J. Gibbs, A book of architecture..., London 1728, tav. 36; K. A. Esdaile, St. Martin in the Fields, London 1944, passim; S.Sitwell, British architects and craftsmen, London-New York-Toronto-Sydney 1948, pp. 110, 111, 114, 131; J. Summerson, Architecture in Britain, 1530 to 1830, London 1953, pp. 213 ss.; A. M. Colvin, A biographical dictionary of English Architects, London 1954, pp. 229, 231, 235; V. Golzio, Il Seicento e il Settecento, Torino 1955, p. 1138; P. Murray, Architettura inglese e stuccatori italiani, in Atti del Convegno di Varenna sugli stuccatori lombardi e ticinesi,[maggio 1961].