HYPSIS ("Υψις)
Ceramografo attico, attivo negli ultimi due decennî del VI sec. a. C. I due vasi che costituiscono quanto si è identificato sinora della sua opera, portano, l'uno, l'hydrìa di Monaco n. 2423, la sua firma come pittore, mentre l'hydrìa = kàlpis della Collezione Torlonia il semplice nome. L'anfora E 253 del British Museum attribuita da J. C. Hoppin, è considerata semplicemente opera isolata di un contemporaneo da I. D. Beazley. Di conseguenza, come già A. Furtwängler osservava, H. è uno di quei singolari esempî di pittori di vasi di cui è possibile solo per un brevissimo tratto fissare la personalità. Del resto H. ci appare come una figura minore nella scia di Euthymides di cui riprende l'evoluzione dall'ampio tono monumentale e impegnativo dell'hydrìa di Monaco alla formulazione rapida e sciolta della kàlpis Torlonia con la fresca e ben bilanciata composizione delle donne alla fontana. Un falso H., o meglio una moderna traduzione a figure nere della hydrìa di Monaco, un tempo donata da re Luigi I di Baviera a Lola Montes, è ora nel museo di Ginevra.
Bibl.: A. Furtwängler, in Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmal., II, p. 112, tav. 82; J. C. Hoppin, A Handbook of Attic Red-Figured Vases, Cambridge 1919, II, p. 120; Antike Denkmäler, II, tav. 8; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 444; J. C. Hoppin, Euthymides and His Fellows, Cambridge 1917, p. 135 ss.; J. D. Beazley, Red-fig., p. 30 ss.