PAYNE, Humphrey
Archeologo inglese nato nel 1902 a Wendover e morto a Tripoli di Arcadia nel 1936. In un corso di vita che ricorda piuttosto il progresso trionfale e folgorante di tanti genî poetici fioriti e scomparsi in giovane età che non la lenta e graduale maturazione di una personalità scientifica, H. P. ebbe modo di concentrare una serie di eccezionali realizzazioni. Tali l'insuperata monografia sull'arte di Corinto Necrocorinthia, le rivelazioni degli scavi nel santuario di Hera a Perachora e infine le rivoluzionarie ricomposizioni della Testa Rampin del Louvre e dell'Afrodite di Lione con frammenti dell'Acropoli.
Fu solo verso la fine della sua carriera universitaria ad Oxford che ebbe inizio il suo interesse per la ceramica e in generale per il mondo ellenico. E in poco più di tre anni di lavoro e di visite nei musei e nei siti della Grecia la sua tesi prende forma definitiva in una monografia densa di fatti e costruita con limpida organicità: Necrocorinthia. Così uno dei temi centrali per l'arcaismo greco, l'esplorazione della ceramografia e in generale dell'arte corinzia venne fissata in una forma che anche oggi, a distanza di più di un trentennio, nonostante il sempre crescente aumento di materiali e di studî in proposito, rimane tuttora valida e senza quasi una scalfittura. Il commento più immediato e naturale a questo indirizzo di ricerche è l'esplorazione di Perachora, un santuario corinzio appena toccato da intrusioni di età più recenti.
Insieme alla pubblicazione di Perachora, l'ultima opera, anch'essa apparsa postuma è quella dedicata alle sculture dell'Acropoli: Archaic Marbie Sculptures from the Acropolis. Opera a cui ha nociuto l'apparizione quasi contemporanea del catalogo più ampio e con fotografie ancora più prestigiose dovuto alla collaborazione di H. Schrader, E. Langlotz e W. H. Schuchhardt. Nonostante questo schiacciante confronto il pregio dell'opera di P. rimane incontrastato sia a causa delle sorprendenti ricomposizioni come per l'acutezzza della visione e l'esposizione lucida e pacata. Con quest'opera, parallelamente agli Altamische Standbilder di E. Buschor s'introduce sullo schema di un catalogo una trattazione a discorso continuo estremamente serrata ed essenziale, in cui i problemi vengono messi a fuoco attraverso l'esame dei monumenti scultorei.
Direttore della British School of Archaeology di Atene già a ventisette anni, H. P. chiuse la sua vita in Grecia a trentaquattro anni, schiantato da un fulminante attacco di setticemia nello stesso piccolo albergo di Tripoli in cui si era spento Adolf Furtwängler.
Bibl.: C. Picard, in Revue Arch., 1936, II, p. 205; E. Buschor, in Sitz. Bay. Akademie, 1936; G. Karo, in Gnomon, XIII, 1937, p. 174; D. Powell, (un tempo Mrs H. Payne), The Traveller's Journey is Done, Londra 1943.