HUMITE
Nome dato in principio a un solo minerale (in onore di sir Abraham Hume [1749-1838], vice-presidente della Geological Society), e poi esteso a tutto un gruppo comprendente, fino a poco tempo fa, l'humite propriamente detta, rombica, la condrodite e la clinohumite monocline; recentemente vi si è aggiunta la norbergite. Per lungo tempo i primi tre minerali si ritennero costituire un'unica specie mineralogica; fu A. Scacchi il primo che, stabilendo l'esistenza di tre tipi di humite, fissava implicitamente la divisione in tre specie, divisione che poi veniva confermata da altri mineralogisti, i quali precisavano anche la composizione chimica e le relazioni morfotropiche esistenti tra essi, e con l'olivina. Anche le strette relazioni cristallografiche erano già state intraviste da A. Scacchi, che affermava nel rapporto parametrico fondamentale a: b: c dei tre tipi di humite, a e b essere quasi costanti e c funzione del numero di atomi di magnesio nella molecola. Tali relazioni sono meno evidenti nella orientazione data dal Goldschmidt, che però è stata pienamente confermata dai recenti studî strutturali, che verificano bene le relazioni interne fra i varî termini, estese anche alla norbergite. La somiglianza tra essi per i caratteri morfologici e fisici è grandissima: si rinvengono in granuli o in cristalli ben formati frequentemente geminati e poligeminati secondo varie leggi. Per la composizione chimica possono ritenersi silicati di magnesio fluoriferi con ossidrili sostituenti parte del fluoro, formati da gruppi olivinici (v. olivina) Mg2SiO4 e gruppi Mg (F, OH)2 e distinti fra loro dal numero di molecole oliviniche. Norbergite Mg3 (F, OH)2SiO4 = Mg2SiO4 • Mg (F, OH)2; condrodite Mg5(F, OH)2 (SiO4)2 = 2Mg2SiO4 • Mg (F, OH)2; humite Mg7 (F, OH)2 (SiO4)3 = 3Mg2SiO4 • Mg (F, OH)2; clinohumite Mg9 (F, OH)2 (SiO4)4 = 4Mg2SiO4 • Mg (F, OH)2.
Sono infusibili al cannello e gelatinizzano con gli acidi. Di colore giallo più o meno intenso, fino a bruno per sostituzione di parte del magnesio con ferro. Durezza 6-6,5; peso specifico 3,1-3,2 con lucentezza vitrea o resinosa, spesso pleocroici. Otticamente positivi con rifrazione media e birifrazione forte si distinguono difficilmente dall'olivina e dalla titanolivina. Minerali non comuni, frequenti nei proietti calcarei vulcanici, in specie del Vesuvio, e inoltre in calcari metamorfici delle rive del lago Mezzòla, Pargas (Parainen) in Finlandia, di Sparta nel New Jersey, ecc.