HUESCA (A. T., 41-42)
Capoluogo dell'omonima provincia spagnola (Aragona). La città si eleva ad anfiteatro su di un'altura lambita dal fiume Isuela, che manda le sue acque all'Ebro, al centro della cosiddetta Hoja (fossa), specie di ampio bacino, tutto punteggiato di villaggi, chiuso fra la Sierra de Guara a N. e gli aridi llanos di Violada. Il centro abitato sorge a circa 475 m. s. m. Il clima, a carattere continentale (escursione media oltre i 40°), è d'inverno piuttosto rigido (media delle minime -6°,5): la piovosità oscilla sui 550 millimetri annui, distribuiti in media in circa 75 giorni.
Nella città si distingue facilmente la parte antica, con viuzze strette e tortuose, e case per lo più basse a patio, dalla moderna, periferica, e del resto di proporzioni modeste. Huesca ha conservato bene il suo aspetto medievale nella topografia poco o nulla trasformata (il perimetro delle antiche mura è attestato ancora da avanzi e torrioni).
L'agricoltura (quasi solo cereali e vini), vi è assai più sviluppata delle industrie (molitorie e alimentari). La popolazione è cresciuta di poco negli ultimi anni: attualmente non supera i 15 mila ab. (11.000 nel 1890,12,500 nel 1920).
Monumenti. - La cattedrale, gotica, incominciata alla fine del sec. XV da Juan de Olózaga, fu terminata nel 1575. Vi si notano il portale ornato di grandi statue: gli stalli del coro, scolpiti (1587-1594) da Nicolás de Berastegui e Juan de Verrueta: nella cappella principale un altare d'alabastro, di Damià Fomient (1520), e un altro più piccolo di Gil Morlanes padre. S. Pietro Vecchio è una chiesa romanica a tre navate, eretta dal 1100 al 1241, con campanile esagonale e chiostro del sec. XII (restaurato nel 1889): si conservano sarcofaghi di gran valore storico e artistico.
Storia. - Città degli Ilergeti, famosa per essere stata centro della ribellione di Sertorio, e quasi capitale del suo effimero regno di Spagna; la tradizione ricorda gli sforzi di romanizzazione del grande ribelle, e la sua fondazione nella città di una scuola per l'istruzione greca e latina. Ivi egli cadde assassinato nel 72 a. C. Fu poi municipio romano (Osca) di cui ci sono conservate iscrizioni.
Pur avendo minor importanza durante la dominazione visigotica, fu tuttavia sede di un concilio alla fine del sec. VI. Gli Arabi cambiarono il suo nome Osca in quello di Washqah, e sotto di essi la città fu piazzaforte di confine e capitale del regno indipendente di Saragozza. Pietro I d'Aragona conquistò la città il 26 novembre 1096 dopo un assedio di due anni e mezzo, in cui morì il padre del monarca, Sancho García, che aveva dato inizio all'assedio. Durante i regni di Alfonso II, di Giacomo I e di Alfonso III le Cortes si riunirono in questa città. Nel 1345 Pietro IV vi fondò un'università che, sospesa nel 1450, fu riaperta nel 1461 con un privilegio di Giovanni II. Nella prima guerra civile l'esercito carlista, comandato dall'infante D. Sebastiano e accompagnato dallo stesso D. Carlo, entrò in questa città il 24 maggio 1837. Il generale cristino, Iribarren, li attaccò, ma, sconfitto e ferito, morì il giorno dopo.
La provincia di Huesca. - Provincia della Spagna settentrionale, appartenente all'antico regno d'Aragona; ha una superficie di 15.149 kmq. e una popolazione di 257.490 ab: (1930), con una densità di 17 ab. per kmq., una delle più basse della Spagna. Confina a N. con la Francia, a E. con la provincia di Lérida, a S. con quella di Saragozza, a O. con quella di Navarra. La parte settentrionale della provincia è formata dai Pirenei, che qui raggiungono le massime altezze: Pic d'Aneto, 3404 m., M. Perdu 3352 m. La parte meridionale, che comprende gli altipiani dell'Aragona, viene limitata dalla Sierra Alcubierre. L'intiera provincia è compresa nel bacino dell'Ebro. La zona meno elevata del territorio, che è in gran parte irrigata, produce grano e altri cereali, vino, frutta ed erbaggi. Le risorse minerarie comprendono rame, ferro e granito. Scarsa è l'importanza dell'industria. La provincia è attraversata nella parte meridionale dalla ferrovia Saragozza-Lérida-Barcellona. Oltre a Huesca, capoluogo della provincia, sono da ricordare i centri di Barbastro, Jaca, Monzón e Fraga.
Bibl.: R. Del Arco, Guia artística y monumental de Huesc y su provincia, Huesca 1910; id., Las calles de Huesca, Huesca 1922: id., La catedral de Huesca, Huesca 1924; F. Diego de Ayusa, Fundación, excelencias, grandezas y cosas memorables de la antiquísima ciudad de Huesca, Huesca 1619; Serrano Fatigati, Cláustros románicos espanoles, Madrid 1898; V. Lampérez y Romea, Historia de la arquitectura cristiana española en la Edad Media, II, Madrid 1909, pp. 406-407.