HUELVA (A. T., 39-40)
Capoluogo della provincia spagnola omonima (Andalusia), presso il confine portoghese. Sorge sopra una bassa terrazza fluviale sulla sinistra del Río Odiel, fra questo e il Río Tinto, dove entrambi mettono foce nell'Atlantico (37°15′24″ N.; 3°21′48″ O.). Il centro è in posizione opportuna ai traffici, come quello che rappresenta lo sbocco al mare della regione occidentale della Sierra Morena; regione fra le più ricche della Spagna per i suoi giacimenti minerarî (miniere di rame di Tharsis e di Río Tinto). Perciò la città, rimasta oscura fino agli ultimi del secolo scorso, ebbe, ai primi di questo, un periodo di rapido accrescimento, in relazione con l'affermarsi dei nuovi sistemi estrattivi e della grande industria moderna. Huelva ha topografia quasi del tutto recente, con belle vie, piazze spaziose, giardini, edifici monumentali; non ha invece la ricchezza di altre città andaluse in opere d'arte, sebbene non ne sia del tutto priva (Palazzo del governo, chiesa della Concezione, quest'ultima del sec. XVII). Il porto consta di cinque moli sulla sponda destra dell'Odiel, tre dei quali servono esclusivamente per l'imbarco del minerale. Huelva ha clima dolce d'inverno, ed è perciò discretamente frequentata anche come stazione di cura. La popolazione, che era di 13 mila abitanti nel 1880, superava i 46 mila nel 1930. Oltre che per l'importanza del suo porto, Huelva è notevole come centro agricolo (olî, vini, cereali) delle ricche huertas della provincia e per lo sviluppo di alcune industrie, fra cui principali le chimiche e le alimeritari. Huelva e i suoi dintorni sono strettamente connessi con Cristoforo Colombo; la sua marina e specialmente quella del porto di Palos de la Frontera prese gran parte nella scoperta, e nelle vicinanze c'è il convento di Santa Maria la Rábida, in cui Colombo abitò dopo che Giovanni II di Portogallo ebbe respinto il suo progetto. Una statua colossale di Colombo fu eretta in Huelva nel 1892 a commemorare il 4° centenario della scoperta dell'America.
Storia. - Huelva fu fondata secondo alcuni dai Tirreni e secondo altri dai Fenici. La provincia era abitata da tribù iberiche della schiatta di Tartesso: vi sono stati trovati, benché non in grande numero, resti archeologici dell'epoca preromana.
Durante la dominazione romana, col nome di Onõba, fu il centro d'esportazione dei prodotti delle miniere di Río Tinto. Nulla se ne sa durante l'età visigota. Gli Arabi la chiamarono Walbah. Pare che la sua conquista da parte dei cristiani sia da attribuirsi a Iñigo de Mendoza; nel 1293 Sancho IV la dono come possesso feudale vitalizio al suo gran ciambellano Juan Mathe de Lara. Appartenne poi ai Cerda e infine al duca di Medinasidonia, fino a che non furono soppressi i dominî feudali.
La Provincia di Huelva. - Provincia marittima della Spagna sud-occidentale, con una superficie di 10.090 kmq. e una popol. di 392.470 ab. (1930) (densità di 35 ab. per kmq., inferiore alla densità media della Spagna). Confina a N. con la provincia di Badajoz, a E. con quella di Siviglia, a S. con il Golfo di Cadice, a O. con il Portogallo. Il territorio, in genere vario e ondulato, è attraversata a nord dalle Sierras de Aracena, diramazioni della Sierra Morena, mentre la regione litoranea, dalla foce dell'Odiel sino a quella del Guadalquivir, è pianura sterile (arenas gordas). La provincia è solcata dalla Guadiana e dai suoi affluenti Chanca e Malagón, dall'Odiel e dal Tinto. Ha una grande ricchezza di minerali di rame; famose sono le miniere di Río Tinto, circa km. 40 a NO. di Huelva, che erano già sfruttate dai Cartaginesi e dai Romani; in notevole quantità si estraggono anche ferro e manganese. Si esercita in modo notevole la pesca del tonno e delle sardelle.
La provincia di Huelva produce cereali, olio, frutta e vino. I principali centri di produzione agricola sono, oltre Huelva, che è il capoluogo della provincia, Ayamonte sulla Guadiana, Bollullos e Nerva.