ROBERT, Hubert
Pittore, nato il 22 maggio 1733 a Parigi, dove morì il 15 aprile 1808. Allievo di Michelangelo Slodtz, si recò nel 1754 a Roma, e vi ottenne nel 1759 un posto all'Accademia di Francia. A Roma divenne discepolo del Pannini, studiò le stampe del Piranesi, e sotto questo duplice influsso si specializzò come pittore di rovine, genere che soddisfaceva il gusto dell'epoca amante nello stesso tempo dell'antichità e del sentimento (Veduta del Campidoglio; Colosseo di Roma); dipinse paesaggi da pellegrino appassionato per l'Italia, nei quali il tono archeologico è animato da aneddoti briosi e familiari e soprattutto dall'elemento pittoresco e dal movimento della luce. Soggiornando nella Villa d'Este di Tivoli insieme col Fragonard e il Saint-Non, il R. eseguì celebri sanguigne tra cui le più belle sono nel museo di Valence, in cui le architetture di marmo emergono dalla folta vegetazione. Tornato in Francia nel 1765, fu ammesso all'Accademia reale presentando il Porto di Ripetta a Roma (École des beaux-arts). Nei suoi quadri egli si ricordò sempre dei luoghi visti in Italia, ma s'ispirò anche alle rovine della Provenza e della Linguadoca che gli rammentavano i paesaggi italiani. Talvolta ricompose con senso poetico e fantastico le rovine reali (Riunione dei più celebri monumenti antichi della Francia). A Parigi stessa, le demolizioni gli servivano di modello (Rimozione delle armature dal Ponte di Neuilly; Demolizione delle botteghe al Pont-au-Change; Incendio dell'Opéra; Demolizione della Bastiglia; Saccheggio della basilica di Saint-Denis). Fu soprattutto decoratore: e alcuni suoi complessi decorativi si conservano anche in Russia, nel palazzo Stroganov di Leningrado e nel castello d'Archangelskoe presso Mosca. Disegnatore di giardini, disegnò i "Bagni d'Apollo" di Versailles e diede consigli per il villaggio del Trianon. Primo conservatore dei quadri del Museo reale, egli organizzò la grande galleria del Louvre, della quale due sue vedute sono a Detskoe Selo (prima Carskoe Selo). Fu chiamato "Robert des ruines", ma fu anche il pittore di Parigi, dei suoi monumenti, dei suoi giardini, dei suoi musei, memore sempre dell'Italia che aveva formato la sua arte non soltanto con i suoi paesaggi ma con gl'insegnamenti del Pannini, di cui egli possedeva molti dipinti.
Bibl.: C. Gabillot, H. R. et son temps, Parigi 1895; P. de Nolhac, H. R., ivi 1910; T. Keclère (Klingsor), H. R. et les paysagistes français du XVIIIe siècle, ivi 1913; R. Schneider, L'Art français, XVIIIe siècle, ivi 1926; P. Sentenac, H. R., ivi 1929; R. Graul, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVIII, Lipsia 1934 (con bibl.).