HSIEH HO (circa 450-510 d. C.)
Artista cinese attivo a Nanchino durante la dinastia dei Ch'i meridionali (479-502 d. C.). Fu pittore e teorico d'arte, rimasto soprattutto celebre per una breve opera di trattatistica tramandataci nel Wang Shih Shu Hua Yüan ed in altre collezioni col titolo: Ku Hua P'in Lu, che potrebbe tradursi: "Note sulla classificazione delle antiche pitture". (Sulla dibattuta questione dell'interpretazione del titolo, vedi: W. R. B. Acker, Some T'ang and Pre-T'ang Texts on Chinese Painting, Leida 1954, pp. xiv, 3).
Sono enunciati in questo breve trattato i famosi liu fa o "sei principi", cui doveva attenersi l'artista, ed in particolare il pittore, nella creazione di una opera. Essi consistono all'incirca nelle seguenti formulazioni: animazione mediante consonanza spirituale - metodo strutturale nell'impiego del pennello - fedeltà al soggetto nella riproduzione delle forme - applicazione del colore in conformità col genere - appropriato piano e disegno nella (dis)posizione (dei singoli elementi) - trasmissione (dell'esperienza del passato) mediante le copie. (Vedi su questi "sei principi": A. C. Soper, The First Two Laws of Hsieh Ho, in Far Eastern Quarterly, vii, 4, 1949, pp. 412-423).
Il rigido formalismo di tale teorica, che sancì definitivamente fra l'altro l'imprescindibilità della tradizione, fu la base nei secoli di tutta una precettistica filosofico-estetica, intesa a perseguire e definire i cànoni della pittura cinese e a ricercare i valori fondamentali dell'arte.
Bibl.: O. Sirén, A History of Early Chinese Painting, 2 voll. Londra 1933; G. Rowley, Principles of Chinese Painting, Princeton 1947; W. Cohn, Chinese Painting, New York 1950; A. Giuganino, La Pittura Cinese, 2 voll., Roma 1959.