BRENTON, Howard
Drammaturgo inglese, nato a Portsmouth il 13 dicembre 1942. Laureatosi a Cambridge, dove ha anche svolto per qualche tempo mansioni di lettore presso il St. Catherine's College, ha lavorato come impiegato e inserviente di cucina. Dedicatosi al teatro, inizia la sua attività di drammaturgo nell'ambito del fringe. Ha scritto moltissimi drammi a sfondo politico per vari gruppi teatrali dell'area alternativa, fra cui la Brighton Combination, il Portable Theatre, la Joint Stock, oltre che per il Royal Court e la Nottingham Playhouse.
Autore di straordinarie capacità inventive, i temi di fondo della sua drammaturgia, spesso presentati con violenza iconoclasta, corrispondono ai problemi di più scottante attualità. In molte opere viene affrontato uno specifico tema: l'involuzione fascista di larghi settori del Partito conservatore nell'adattamento dello shakespeariano Measure for Measure rappresentato al Northcott Theatre nel 1972; la questione irlandese in England's Ireland (1972), scritto in collaborazione con altri sei autori; l'adesione al Mercato Comune in A fart for Europe (1972), scritta in collaborazione con D. Hare; la poca presa sulle masse del maoismo inglese per mancanza di coscienza politica in How beautiful with Badges (1973); il nepotismo della classe politica in Brassneck (1973), scritta in collaborazione con D. Hare; il crescente autoritarismo nella società britannica in The Churchill Play (1974); le depravazioni di Fleet Street in Pravda e il moralismo borghese in Bloody poetry (1985). Chiamato dal National Theatre, ha allestito Weapons of happiness (1976), un dramma più tradizionale e dai messaggi politici non sempre chiari, nel quale la sfera del riferimento storico-politico si allarga dalla insurrezione ungherese e dallo stalinismo alla connivenza sindacati-padronato in Inghilterra, alla delusione personale e al confronto tra verità politica e verità privata.
Dopo questa parabola sul fallimento della rivoluzione all'estero e l'impossibilità della rivoluzione proletaria in patria, B. ha scritto per la Joint Stock Epsom Downs (1977), un ironico spaccato, non solo teatrale, della società inglese nel giorno del famoso derby di Epsom nell'anno del Silver Jubilee. In The Romans in Britain (1980), un dramma che ha suscitato a suo tempo un enorme scandalo e addirittura interrogazioni parlamentari per le scene di efferata violenza e di sodomizzazione sul palcoscenico, l'autore ci offre uno studio comparato dell'imperialismo di ieri (i Romani aggressori della Britannia) e di oggi (l'Inghilterra e la sua dominazione 'coloniale' nell'Ulster). Nel dramma più recente, Greenland (dato al Royal Court nel 1988), sebbene ancora incline a sperare nella capacità di resurrezione della working class, quale artefice del risveglio della coscienza nazionale, è nell'individuo che secondo B. va ritrovato lo spirito vitale che evita la prostrazione ed esorta a continuare a credere.
Bibl.: O. Kerensky, The new British drama: fourteen playwrights since Osborne and Pinter, New York 1977; R. Portale, Il '68 nel teatro inglese, in Il Dramma, 11 (1978), pp. 118-24; C. Itzin, Stages in the revolution: political theatre in Britain since 1968, Londra 1980; B. Cameron, H. Brenton: the priviledge of revolt, in Theater, xii, n. 2, Spring 1981, pp. 28-33; N. Boireau, L'obsession du totalitarisme ou la contreutopie dans le théâtre anglais récent, in Etudes Anglaises, xxvi, n. 2-3, 1983; J. Bull, New British political dramatists, Londra 1984; T. Mitchell, The red theatre under the bed, in New Theatre Quarterly, iii, n. 11, agosto 1987.