Ayatollah iraniano (Najafabad 1922 - Qom 2009). Protagonista delle proteste popolari del 1963 contro lo scià, tra il 1964 e il 1975 ha sostituito l’ayatollah R. Khomeini (in esilio) alla guida dell’opposizione contro la dinastia Pahlavi. Dopo aver scontato tre anni di detenzione (1975-78), nel 1979 è diventato uno dei principali leader della rivoluzione islamica guidata da Khomeini per poi essere nominato presidente dell’Assemblea degli esperti (organo incaricato di scegliere il leader supremo) della nuova Repubblica islamica. Già indicato come futura Guida, nel 1989 M. ha perso influenza e potere a causa di forti disaccordi con il governo rivoluzionario ed è stato costretto a lasciare la presidenza dell’Assemblea. Contrario alla nomina di A. Khamenei a Guida suprema (dopo la morte di Khomeini), M. ne ha contestato la preparazione religiosa e l’operato inimicandosi le autorità; imprigionato e poi costretto agli arresti domiciliari, ha però mantenuto il favore della popolazione. Nel 2003 è stato messo in libertà (grazie all’intervento di un nutrito gruppo di deputati) e negli anni seguenti ha criticato duramente la politica estera portata avanti da M. Aḥmadīnizhād e le sue scelte in campo economico e sociale. Il 21 dicembre 2009, 500.000 persone hanno partecipato ai funerali di M. per esprimere il loro cordoglio e per ribadire la loro opposizione al governo di Aḥmadīnizhād.