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HORUS

di S. Donadoni - Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)
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HORUS

S. Donadoni

Una delle principali e più antiche divinità egiziane. Il suo nome è forse connesso con una parola semitica per "falco", e di falco ha originariamente l'aspetto. Probabilmente, sotto l'unico nome di H. si sono raggruppate numerose divinità ieracomorfe adorate per tutto l'Egitto, e in genere esse hannò assunto valore celeste o solare certo per un fenomeno di livellamento sincretistico. Ma almeno due forme del dio sono energicamente differenziate: l'una è quella del dio primigenio, lo Haroeris dei Greci, rappresentato come falco o personaggio ieracocefalo, sul cui capo è il disco solare circondato dall'ureo. La seconda è quella del figlio postumo di Isis ed Osiris, Harpokrates (v.) o Harsiese ("H. figlio di Isis"), che è invece figurato come un fanciullo regio. Accanto a queste forme canoniche non ne mancano altre assai diverse: così Haroeris può essere raffigurato come leone, Harsiese come coccodrillo: ma restano eccezionali, così come varie forme ibride che appaiono in bassa epoca. Fra le forme non canoniche una è particolarmente notevole: quella dello H. di Edfu, rappresentato come un disco solare fiancheggiato da due urei e fornito di grandi ali distese. Esso è spessissimo figurato sulle architravi, a protezione delle porte. Il santuario più importante del dio è appunto quello di Edfu (v.); ma cappelle e santuarî minori sono frequenti.

Bibl.: Mercer, Horus, The Royal God of Egypt, Grafton 1947.

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