Statista svedese (Vuorentaka, Finlandia, 1664 - Ekebyholm, Svezia, 1742); presidente della cancelleria (dal 1710), fu alla direzione del governo nell'ultimo periodo del regno di Carlo XII, del quale criticò apertamente le direttive di politica interna. Ostile all'atteggiamento autocratico assunto dalla regina Ulrica Eleonora, si dimise (1719); ma fu nominato di nuovo presidente della cancelleria e consigliere di stato (1720) dopo l'elezione del re Federico I. Rimase l'arbitro della politica interna ed estera svedese fino al 1738, quando fu costretto a dimettersi in seguito al predominio del partito dei "cappelli" (Hattar). La sua azione di governo, fondata all'interno sulla collaborazione con la Dieta nazionale e tendente, sul piano della politica estera, a evitare conflitti con le grandi potenze, contribuì alla rinascita della Svezia, prostrata dalle guerre di Carlo XII.