HONGSHAN
Cultura tardo-neolitica cinese fiorita nelle odierne provincie del Liaoning occidentale e della Mongolia Interna sud-orientale, all'incirca tra il 4000 e il 2500 a.C., e conosciuta soprattutto per la sofisticata industria della giada, tratto culturale che essa condivide con le altre culture neolitiche della Cina orientale e in particolare con Liangzhu (v.), anche se gli oggetti prodotti sono sensibilmente diversi.
Le conoscenze circa questa cultura sono per il momento circoscritte ai dati e agli oggetti emersi dagli scavi di aree cimiteriali, nonché da quelli che vengono considerati «luoghi di culto»: qui sono stati trovati resti di strutture identificate, dagli archeologi cinesi, come altari. Uno di questi complessi, Niuheliang nel Liaoning, presenta una struttura circolare in terra battuta gialla compresa entro un recinto di pietre. All'interno e nei pressi del complesso sono stati trovati numerosi frammenti di statuine di terracotta raffiguranti, nella maggior parte dei casi, figurine femminili ignude. A parte il forte realismo che, stilisticamente, caratterizza la trattazione dei soggetti, una costante delle figurine rinvenute intere è l'addome sensibilmente pronunciato, elemento che ha meritato loro il nome di «Veneri cinesi» per l'analogia con manufatti simili da tempo noti nell'area europea e mediterranea.
Nello stesso sito sono stati inoltre portati alla luce frammenti di una statua più grande, sempre in terracotta; notevoli risultano in particolare le braccia e il volto, caratterizzato dagli occhi realizzati in turchese. Sulla base di questi ritrovamenti, gli archeologi cinesi ritengono che il sito possa essere stato un luogo cultuale dedicato a una generica «dea madre». Per quanto l'interpretazione dei dati sia ancora allo stadio iniziale, resta il fatto che manufatti di questo tipo rimangono per il momento confinati alla cultura H. e non trovano riscontro in nessun'altra delle culture tardo-neolitiche cinesi contemporanee.
La quasi totalità degli oggetti in giada H. finora riportati alla luce proviene da sepolture individuate nei principali siti di questa cultura, tra cui Jianping e Niuheliang nel Liaoning, e Sanxingtala, nella Mongolia Interna. E interessante rilevare il fatto che recenti studi effettuati su un vasto campionario di giade H., hanno permesso di stabilire che il minerale utilizzato è la nefrite, dal punto di vista mineralogico considerata «vera giada» e distinta da altri minerali simili in apparenza ma non nella struttura. In uno dei siti H. sono stati anzi rinvenuti alcuni piccoli oggetti in nefrite che, databili intorno al VI millennio a.C., sono al momento considerati i più antichi oggetti creati dall'uomo utilizzando questo minerale.
Dal punto di vista stilistico, la tendenza al naturalismo osservata per le figurine in terracotta H. si riflette solo in parte nella produzione artistica in giada. Infatti, gli oggetti di minori dimensioni - pendenti con funzione ornamentale - sono spesso lavorati nella forma di animali quali tartarughe e uccelli predatori dalle ali spiegate: tra questi ultimi, figurano anche alcuni esemplari realizzati in turchese.
Accanto a queste immagini, nel repertorio delle giade H. risaltano rappresentazioni di animali dai tratti più «fantastici». Appartengono a questa categoria una serie di pendenti - nelle sepolture posizionati sul torace del defunto - lavorati nella forma di quello che viene riconosciuto come un «drago», con il corpo avvolto a cerchio e ritenuto come uno dei prototipi ispiratori per la successiva iconografia del drago cinese.
Nel volto di questi esseri spiccano i grandi occhi e la bocca, provvista di zanne incise sulla superficie dell'oggetto. In un esemplare rinvenuto a Sanxingtala, l'animale ha il muso estremamente affusolato, mentre dalla testa e lungo parte del corpo si diparte una sorta di cresta che termina a ricciolo.
Valore ornamentale, per quanto il loro effettivo impiego sia oggetto di discussione, sembrano anche aver avuto alcuni cilindri di giada, cavi e con la parte superiore tagliata obliquamente. Rinvenuti talvolta presso o sotto la testa dei defunti, si pensa venissero utilizzati come ornamenti legati alla capigliatura. Una categoria a parte, forse tra le più interessanti, è costituita infine da oggetti in giada che fanno la loro comparsa nella fase tarda della cultura H., a partire dal 2900 a.C. circa. Classificati come pendenti, sono lavorati in forme astratte dette «a nuvola», ricche di perforazioni e dal profilo caratterizzato da sporgenze a uncino. Di forma piatta e lavorati su entrambi i lati, sono estremamente rifiniti, con la superficie levigatissima e gli angoli morbidamente arrotondati: un notevole esemplare è conservato presso la Freer Gallery di Washington. Si ignora purtroppo quale sia stata la loro funzione e se gli stilizzati motivi avessero qualche contenuto simbolico.
Bibl.: K. C. Chang, The Archaeology of Ancient China, New Haven-Londra 19864; E. Child-Johnson, Jades of the Hongshan Culture: the Dragon and Fertility Cult Worship, in Arts Asiatiques, XLVI, 1991, pp. 82-95; J· F- So, A Hongshan Jade Pendant in the Freer Gallery of Art, in Orientations, XXIV, 1993, 5, pp. 87-92.
(F Salviati)