HONESTA MISSIO
. Con tal termine s'indicò, presso i Romani, la fine del servizio militare, ciò che con termine moderno si dice il congedo assoluto, col rilascio di una dichiarazione in cui si attesta che il soldato ha "servito con fedeltà e onore".
Alla fine del servizio militare, che dal tempo della riforma nell'organizzazione dell'esercito compiuta da Mario fino a tutto l'Impero si prolungò pur con limitazioni ed esenzioni specialmente dall'impero di Galba in poi, per la durata media di 20 anni, avveniva il congedo. Il Lipsius (De mil. Rom., I, 18; V, 19) crede che all'epoca imperiale vi fossero due sorta di congedo: 1. la exauctoratio, per cui i veterani erano dispensati da ogni servizio nella legione; 2. la missio, quando erano inviati nelle colonie. La distinzione è esatta, ma in pratica non si distinguono i due casi. All'incontro, tre sono le cause di congedo: causaria, per malattia o inabilità; ignominiosa, per qualche delitto o reato; honesta, quella regolare alla fine del tempo del servizio regolamentare: allora il soldato aveva anche il pagamento di una somma di 5000 denari o 20.000 sesterzî per i pretoriani, 3000 denari o 12.000 sesterzî per i legionarî: tale somma, dimezzata da Caligola, fu di nuovo aumentata da Claudio. I legionarî, i pretoriani e i soldati delle coorti urbane ricevevano il diritto di contrarre matrimonio legittimo con una donna latina o peregrina. A ciascuno degl'interessati si rilasciava un diploma inciso su un dittico di bronzo e redatto in presenza di 7 testimoni.
Bibl.: J. Marquardt, Röm. Staatsverw., II, 2a ed., Lipsia 1884; J. Kromayer e G. Veith, Heerwesen u. Kriegf. d. Gr. u. Röm., Monaco 1928.