Honduras
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Geografia umana ed economica
di Albertina Migliaccio
Stato dell'America Centrale istmica. Al censimento del 2001 la popolazione ammontava a 6.535.344 ab. (7.205.000 secondo una stima del 2005). Tegucigalpa, la capitale, si riconfermava la città principale con oltre un milione di abitanti, mentre il dipartimento con la più alta densità demografica era Cortés, il cui capoluogo, San Pedro Sula, risultava la seconda città del Paese (439.000 ab.). L'incremento demografico, anche se in calo, si mantiene piuttosto elevato; la natalità è in regresso, mentre la mortalità è rimasta pressoché costante, anche se è previsto un innalzamento del tasso di quest'ultima in conseguenza della diffusione dell'AIDS. L'aumento della popolazione è in parte compensata dal saldo negativo del movimento migratorio, in particolare verso gli Stati Uniti e il Messico.
La crescita del PIL (+3,2% medio annuo nel 1995-2004) non è stata sufficiente a migliorare le condizioni socioeconomiche anche per la forte discrepanza nella distribuzione del reddito: il 10% della popolazione detiene circa il 40% della ricchezza complessiva e più della metà vive al di sotto della soglia di povertà. La diffusione della criminalità ostacola sia l'afflusso degli investimenti stranieri sia lo sviluppo del turismo. Il contributo dell'agricoltura all'economia è in forte regresso e il comparto più dinamico è il terziario. Il settore industriale si è rafforzato grazie all'apertura delle zone franche (produzioni tessili e di sigari) nella regione di San Pedro Sula. Il Paese è entrato (dic. 1999) nel programma HICP (Heavily Indebted Poor Country) che ha come obiettivo l'alleggerimento del debito estero e, nel febbraio 2004, nel programma PRGF (Poverty Reduction and Growth Facility), supportati rispettivamente dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale (FMI) con risultati che, nel 2003, lo stesso Fondo giudicava deludenti. L'economia dell'H. continua a mantenere una forte dipendenza dagli Stati Uniti, suo maggior partner commerciale, e dal prezzo internazionale dei prodotti agricoli esportati (in particolare caffè).
Storia
di Paola Salvatori
Agli inizi del Duemila rimanevano ancora irrisolti gran parte dei problemi che i governi appoggiati dai militari nel corso degli anni Ottanta del 20° sec. avevano lasciato in eredità al Paese: povertà, criminalità e corruzione. Le amministrazioni guidate dai liberali (1994-2001), impegnate nel difficile compito di limitare istituzionalmente il potere delle forze armate, avevano dovuto fronteggiare numerosi disastri naturali che avevano seriamente compromesso un'economia già fragile, ancora legata per lo più all'agricoltura. La politica di privatizzazioni e di riduzione del deficit pubblico aveva apportato scarsi risultati peggiorando le condizioni già estremamente difficili della popolazione, che aveva visto diminuire le prospettive di impiego nel settore pubblico e i servizi offerti dallo Stato. Penalizzato dalle scelte dell'esecutivo, il Partido Liberal (PL) perse la maggioranza dei consensi nelle elezioni legislative del novembre 2001, nelle quali ottenne solo 55 seggi contro i 61 del Partido Nacional (PN), il cui candidato, R. Maduro, fu eletto presidente della Repubblica.
La nuova amministrazione pose tra le sue priorità la lotta alla criminalità urbana e la riduzione del disavanzo dello Stato entro i parametri imposti dal Fondo monetario internazionale, dal quale sperava così di avere nuovi finanziamenti. I risultati ottenuti in entrambi questi settori furono però contrastanti. L'impiego massiccio dell'esercito per garantire l'ordine pubblico e l'inasprimento delle pene accrebbe in qualche misura la capacità di intervento dello Stato, ma non ridusse il tasso di criminalità che nel corso del 2003 continuò a salire. In campo economico la stretta imposta alle spese statali apportò un leggero miglioramento alle condizioni della finanza pubblica, ma l'aumento delle tasse e il blocco degli stipendi provocò un acutizzarsi della protesta sociale e un'ondata di scioperi in quasi tutti i settori del pubblico impiego. Anche le comunità indigene si mobilitarono contro la politica di disboscamento selvaggio autorizzata dal governo. Nell'agosto 2003 un'imponente protesta organizzata dal Coordinadora Nacional de Resistencia Popular (CNRP), che raggruppava i sindacati e i gruppi civici, attraversò la capitale per chiedere le dimissioni di Maduro, l'abbandono dei parametri del FMI e della politica di privatizzazioni. Il presidente, tuttavia, nonostante la crescente perdita di popolarità, proseguì sulla strada intrapresa, e nel febbraio 2004 ottenne dal FMI l'erogazione di nuovi finanziamenti. Tutto ciò non riuscì a rilanciare l'immagine dell'esecutivo che venne sconfitto nelle elezioni generali del novembre 2005: il PL conquistò il maggior numero dei seggi (62) e il suo candidato, J.M. Zelaya Rosales, fu eletto presidente con il 49,9% dei voti.
In politica estera l'H. riallacciò nel 2002 le relazioni diplomatiche con Cuba (interrotte nel 1959), mentre rimasero tesi i rapporti con il Nicaragua per l'irrisolta disputa sull'appartenenza di una zona marittima di confine, ritenuta probabile sede di giacimenti petroliferi.