HONDURAS
(XVIII, p. 551; App. I, p. 715; II, I, p. 1188; III, I, p. 815; IV, II, p. 136)
Nella seconda metà degli anni Settanta e negli anni Ottanta l'accrescimento demografico è stato notevolissimo, come si evince dall'ultimo censimento del 1988, secondo il quale, in quell'anno, la popolazione honduregna ammontava a 4.443.721 ab. (erano 2.653.857 al precedente censimento del 1974): un accrescimento che d'altronde non stupisce se si considera che il tasso di mortalità è precipitato a valori straordinariamente bassi (7‰ nel 1990), a fronte di un tasso di natalità tra i più elevati del mondo (38‰). Nel 1990 la popolazione stimata era di 5,1 milioni di abitanti. La capitale, Tegucigalpa, si avvicina ai 700.000 ab.; l'altra maggiore città, San Pedro Sula, ha raggiunto i 460.000. La popolazione urbana ammonta al 44% di quella totale.
Paese a economia in assoluta prevalenza agricola, l'H. impegna nel settore il 43% della sua popolazione attiva. Nell'insieme, pur tra molteplici difficoltà strutturali, l'agricoltura ha compiuto qualche progresso, come dimostra l'aumento di tutte le principali produzioni, tranne quella − fondamentale per l'esportazione − delle banane, che ha registrato, tra alti e bassi, una tendenza alla flessione (10,1 milioni di q nel 1990). Hanno segnato discreti incrementi il caffè (1.180.000 q nel 1990), il patrimonio bovino (3,5 milioni di capi nel 1990, il più cospicuo dell'America istmica e, dopo Cuba, di tutta l'America Centrale), il legname (6,1 milioni di m3 nel 1990), tre voci che, insieme con le banane, contribuiscono notevolmente alle esportazioni. È significativo pure l'aumento del mais, destinato invece prevalentemente al consumo interno.
Nel corso degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta la produzione di energia elettrica si è più che triplicata, grazie soprattutto al più intenso sfruttamento delle fonti idriche. Solo in parte, però, essa è stata utilizzata dalle industrie, tuttora limitate a modeste unità concentrate pressoché esclusivamente nelle due principali aree urbane.
La bilancia commerciale si è venuta progressivamente avvicinando al pareggio. Gli Stati Uniti continuano a essere il principale cliente e fornitore. I turisti sono stati 250.000 nel 1990. La rete stradale è stata ampliata e si sviluppa per circa 18.000 km, ma è formata in gran parte da strade non bitumate. Il prodotto interno lordo pro capite è il più basso dell'America istmica (590 dollari nel 1990), secondo le stime della Banca Mondiale.
Storia. - I governi militari, succedutisi pressoché ininterrottamente dal 1963, lasciarono irrisolti i tradizionali problemi dell'H.: all'inizio degli anni Ottanta l'economia restava fortemente dipendente dalle esportazioni di banane e caffè e dai rapporti con gli Stati Uniti, la distribuzione della proprietà terriera rimaneva assai squilibrata, il reddito pro capite era tra i più bassi della regione, l'analfabetismo superava ancora il 40% nella popolazione adulta. La crisi internazionale sviluppatasi a partire dal 1980 colpì pertanto duramente il paese, assai vulnerabile rispetto all'andamento dei prezzi agricoli internazionali, mentre la crescita del debito estero e le politiche di austerità imposte dai creditori stranieri contribuivano ad aggravare la situazione sociale (alla fine del decennio il reddito reale pro capite era diminuito di oltre il 10%).
Nel 1980 il generale P. Paz García, al potere dal 1978, avviò un processo di transizione a un governo civile, consentendo l'elezione nel luglio 1980 di un'assemblea costituente e nel novembre 1981 di un parlamento (Assemblea nazionale) e di un presidente della Repubblica. Nel gennaio 1982, con l'entrata in vigore della nuova costituzione (come le precedenti dell'H. di tipo presidenziale) e l'insediamento dell'amministrazione civile, i militari lasciavano formalmente il potere, mantenendo tuttavia un ampio grado di autonomia e di controllo sulla vita politica (sancito anche dagli emendamenti costituzionali fatti approvare dall'Assemblea nazionale nel novembre 1982).
Le consultazioni del 1980 e del 1981 furono vinte dal Partido Liberal (PL), che conquistò la maggioranza dei seggi nell'assemblea costituente e in quella legislativa ed espresse il nuovo presidente della Repubblica, R. Suazo Córdova (1982-86); risultati analoghi ebbero le elezioni parlamentari e presidenziali del novembre 1985, che portarono il liberale J. Azcona del Hoyo alla guida del paese (1986-90), mentre quelle del novembre 1989, che furono vinte dal Partido Nacional (PN), hanno dato luogo all'amministrazione diretta da R. Leonardo Callejas (1990-94).
In tutte e tre le legislature i due partiti hanno conquistato la quasi totalità dei seggi, confermando il tradizionale bipolarismo del sistema politico: il PN, legato ai militari fin dai tempi della dittatura del suo fondatore, T. Carías Andino (1932-48), è in primo luogo espressione dell'oligarchia rurale più conservatrice, mentre il PL, legato ai settori imprenditoriali urbani, ha rappresentato anche istanze moderatamente riformistiche. Determinante, comunque, in entrambi i partiti, è il peso degli interessi economici dominanti, confermato, fra l'altro, dagli scarsi progressi della riforma agraria durante le due amministrazioni liberali degli anni Ottanta. Determinante, inoltre, è rimasto il condizionamento esercitato dai militari, la cui campagna contro le forze guerrigliere operanti dalla fine degli anni Settanta si è accompagnata alla violenta repressione di qualunque opposizione di sinistra e a continue violazioni dei diritti umani (secondo ripetute denunce in sede internazionale), anche mediante l'appoggio dato agli squadroni della morte di estrema destra.
Tradizionalmente legate al sostegno di Washington (anche per quanto riguarda la formazione dei quadri), le forze armate hanno contribuito al rigido allineamento dell'H. agli Stati Uniti durante la crisi centroamericana degli anni Ottanta.
Fin dal 1981 il paese divenne la base principale della guerriglia antisandinista (i cosiddetti Contras), che operava con l'appoggio di Washington contro il governo di Managua, e fu coinvolto in ripetuti incidenti di frontiera con il Nicaragua; contemporaneamente gli USA inviavano ingenti forze in H. e accrescevano la pressione militare sul Nicaragua mediante lo svolgimento annuale di grandi manovre congiunte con l'esercito di Tegucigalpa. Anche dopo gli accordi firmati a Esquipulas (Città del Guatemala), nell'agosto 1987, dai presidenti di Guatemala, H., Salvador, Nicaragua e Costa Rica, che prevedevano lo smantellamento delle basi antisandiniste, l'H. continuò a ospitarle fino alla fine della guerra civile in Nicaragua: i Contras hanno quindi lasciato il paese soltanto nella primavera del 1990, dopo l'avvento a Managua della nuova amministrazione presieduta da V. Barrios de Chamorro.
Tra le conseguenze della crisi centroamericana vi è stato anche l'afflusso in H., negli anni Ottanta, di oltre 20.000 profughi dal Salvador, spesso soggetti a violenze da parte dell'esercito, impegnato a reprimere eventuali infiltrazioni della guerriglia salvadoregna. I rapporti con il Salvador sono stati inoltre condizionati da una vecchia controversia di confine, che nel luglio 1969 aveva contribuito a scatenare la ''guerra del football'' (chiusa formalmente con un trattato di pace soltanto nel 1980); nel 1986 H. e Salvador decisero di rimettere la disputa alla Corte internazionale dell'Aja, il cui verdetto nel settembre 1992 ha assegnato all'H. gran parte del territorio contestato (compreso uno sbocco sul Pacifico nel golfo di Fonseca).
Sul piano interno, l'amministrazione nazionalista guidata dal 1990 da R. Leonardo Callejas ha inasprito le misure di austerità (svalutazioni, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, ecc.), nel tentativo di far fronte alla difficile situazione del debito estero. Alla ripresa dei crediti internazionali, sospesi nel 1989, ha tuttavia fatto riscontro una crescita della protesta sociale e degli interventi repressivi dell'esercito, in particolare nei confronti delle agitazioni contadine, legate anche all'annoso problema della riforma agraria.
Bibl.: J.A. Morris, Honduras: caudillo politics and military rulers, Boulder (Colorado) 1984; R. Lapper, J. Painter, Honduras: state for sale, Londra 1985; Honduras: portrait of a captive nation, a cura di N. Peckenham e A. Street, New York 1985; Honduras confronts its future: contending perspectives on critical issues, a cura di M.B. Rosenberg e Ph. L. Shepherd, Boulder (Colorado) 1986. Per ulteriori indicazioni, v. america, Bibl.: America Centrale e Regione caribica, in questa Appendice.