Honduras
Stato dell’America Centrale. La regione era abitata in epoca precolombiana dai chorotega e dai maya; nell’11° sec. vi si stabilirono i toltechi, e quindi gli aztechi. C. Colombo scoprì il Paese nel 1502. C. de Olid fondò (1524) la prima colonia a Triunfo de la Cruz. Soppressa la resistenza degli indigeni (1530), l’H. fu sotto la giurisdizione prima del Messico e poi del Guatemala (1539). Nel periodo coloniale ci furono attriti con l’Inghilterra per l’insediamento sulla costa. La conquista dell’indipendenza dalla Spagna seguì un andamento parallelo agli altri Paesi dell’America Centrale. Ai primi moti di Tegucigalpa, nel 1812, seguì l’adesione alla dichiarazione d’indipendenza nel 1821. Annesso all’impero messicano nel 1822, l’H. se ne staccò dopo la caduta di A. de Iturbide nel 1823 e divenne membro della Federazione delle province unite dell’America Centrale, di cui l’honduregno F. Morazán fu presidente (1830-39). Tra il 1838 e il 1840 la Federazione si sciolse e l’H. si dichiarò Stato indipendente e sovrano, facendosi tuttavia promotore per tutto il secolo di varie iniziative volte a ricostituire la Federazione, fino al 1895, quando H., Salvador e Nicaragua si unirono in un’unica Repubblica, che però si sciolse nel 1898. Dopo la Prima guerra mondiale, in cui l’H. entrò nel 1917 dichiarando guerra alla Germania, si ripeté un tentativo di federazione con la costituzione, tra H., Salvador e Guatemala, dell’Unione Centroamericana, che tuttavia fallì nel 1921. Dopo un periodo di guerra civile e vari governi rivoluzionari, nel 1932 fu eletto presidente T. Carías Andino, che con successive rielezioni governò per diciassette anni. La crisi economica, determinata dalla diminuzione delle coltivazioni di banane e dalla riduzione delle esportazioni, provocò nel 1937 una rivolta, sedata con l’aiuto dell’esercito; lo stesso anno si acuì la controversia con il Nicaragua per il tracciato dei confini, iniziata nel 1935 e parzialmente risolta mediante l’intervento di organismi panamericani. Dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale a fianco degli Stati Uniti, nel 1945 l’H. entrò nelle Nazioni Unite e nel 1951 nell’Organizzazione degli Stati dell’America Centrale. Il quadro politico rimase tuttavia caratterizzato da grande instabilità politica, con un’alternanza di presidenti eletti e successivamente deposti da giunte militari e colpi di Stato. La situazione di estrema precarietà istituzionale preoccupava l’alleato statunitense, interessato a fare dell’H. un elemento stabilizzatore della situazione politica venutasi a creare nell’America Centrale sul finire degli anni Settanta con la sollevazione rivoluzionaria in Nicaragua e la grave crisi interna nel Salvador. Le pressioni del governo di Washington avviarono quindi un parziale processo di democratizzazione, che portò alle elezioni generali del 1980 per la scelta di un’Assemblea costituente. Nel 1982 il leader liberale R. Suazo Córdova fu eletto presidente, in coincidenza con l’entrata in vigore della nuova carta costituzionale. In politica estera, il governo fu vicino agli Stati Uniti e ne sostenne l’appoggio alla guerriglia antisandinista, fino a generare una grave tensione con Managua, mentre restava aperta la disputa con Salvador relativa al possesso dell’Isola di Meanguera. L’amministrazione del presidente nazionalista R.L. Callejas, eletto nel 1990, inasprì le misure di austerità nel tentativo di far fronte alla difficile situazione del debito estero; alla ripresa dei crediti internazionali fece riscontro la crescita della protesta sociale e degli interventi repressivi dell’esercito, in particolare delle agitazioni contadine legate all’irrisolto problema della riforma agraria. Le elezioni del 1993 riportarono al potere i liberali e alla presidenza della Repubblica fu eletto C.R. Reina. La nuova amministrazione non si discostò dalla precedente nelle scelte di politica economica, ma prese una serie di iniziative volte a combattere la corruzione e la criminalità legata al traffico degli stupefacenti, e a limitare il potere delle forze armate. C.R. Flores Facussé (1998-2000) proseguì nella politica di controllo e smantellamento dell’apparato militare. Dopo un tentativo di colpo di Stato, nel 2001 nuove elezioni portarono al potere il nazionalista R. Maduro, sotto il quale fu risolta la storica disputa politico-territoriale con il Salvador; i due Paesi, insieme a Guatemala e Nicaragua, firmarono un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Nel 2005 le elezioni presidenziali furono vinte dal candidato liberale M. Zelaya, che lanciò nuovi piani per risollevare l’economia. Nel 2009 fu deposto da un golpe militare e, nonostante le proteste della comunità internazionale, sostituito con R. Micheletti. Le successive presidenziali hanno visto la vittoria di P. Lobo, candidato del Partito nacional.