home mode
<hë'um më'ud> (it. <hóm mód>) locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Forma comunicativa di carattere interpersonale che avviene tra individui – organizzati o meno in gruppi – a partire da nuclei di immagini amatoriali fisse o in movimento. È caratterizzata da specifiche pratiche di produzione, trasmissione e fruizione delle immagini, che possono talvolta essere oggetti materiali. Il contesto cross mediale 2.0, la digitalizzazione della comunicazione e la contemporanea maggiore disponibilità dei dispositivi tecnici necessari a produrre e veicolare immagini hanno profondamente mutato il fenomeno, infatti è aumentato in modo esponenziale – ed è in continua crescita – il numero d’immagini prodotte e scambiate in rete. Paradossalmente, però, i tipi di immagini e le occasioni ritenute favorevoli per la loro produzione, non sono molto cambiati. Si è registrato un aumento notevole degli autoritratti, una maggiore attenzione alla vita quotidiana e una presenza di rappresentazioni visibilmente modificate rispetto al momento dello scatto, ma la maggior parte è composta ancora da «fotografie del fotografabile», prodotte e condivise in una serie piuttosto limitata di modi e in precise occasioni, anche la produzione delle immagini scambiate in rete varia poi con il variare dell’età degli autori. Alcune situazioni non sono ritenute sufficientemente interessanti e quindi sono fotografate molto raramente, mentre un ristretto numero di situazioni è ritenuto fotografabile dalla maggior parte delle persone ed è così sovrarappresentato (per es., la nascita dei primogeniti o le immagini delle vacanze). Inoltre, ed è questo l’aspetto più rilevante, nel corso degli ultimi anni sono mutati la struttura stessa del fenomeno, il modo in cui esso si determina, le pratiche sociali che lo caratterizzano e il suo impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone per i seguenti motivi. In primo luogo, l’accesso a una molteplicità di apparecchi di ripresa, dalla web cam allo smart phone ai tablet, e la contemporanea perdita di fasce di mercato da parte dei tradizionali apparecchi fotografici. Ciascun individuo è oggi un potenziale produttore d’immagini; produrre un’immagine non richiede più il possesso di una macchina fotografica ed è diventato un’operazione tanto comune quanto inviare un SMS (Short message service). In secondo luogo, il modificarsi della condivisione delle immagini da pratica ristretta – principalmente face to face con parenti e amici – a condivisione online anche con sconosciuti, determina una radicale trasformazione nella distinzione tra sfera privata e sfera pubblica. Questo contribuisce al modificarsi delle relazioni sociali e delle identità individuali e di gruppo. Va sottolineato inoltre il passaggio dall'archiviazione di tipo cronologico cartaceo per uso personale all’utilizzo di nuove forme che, grazie alle tag, permettono un più agevole riuso e condivisione delle immagini. Si assiste anche alla nascita della socialità online – il blog e i social network – caratterizzata proprio dalla novità offerta dalla possibilità di condividere e commentare le immagini auto- ed eteroprodotte senza avere più i vincoli della copresenza fisica né quelli dei supporti materiali. Infine, l’abitudine al ritocco – piuttosto diffusa tra le nuove generazioni –, resa possibile dai programmi di facile uso disponibili in tutti i modelli di personal computer, sta contribuendo a rendere gli individui dei fruitori di immagini meno ingenui. Le nuove pratiche h. m. si stanno diffondendo rapidamente in tutto il mondo soprattutto grazie ai cosiddetti nativi digitali e alla sempre più diffusa alfabetizzazione informatica. In scala sia globale sia locale si tratta tuttavia di uno sviluppo a macchia di leopardo sensibile al digital divide.