Poeta svedese (Malmö 1898 - Stoccolma 1961). Muovendo da una duplice esperienza letteraria, classica e cristiana (I en främmande stad "In una città straniera", 1927; Sonat "Sonata", 1929; Andliga övningar "Esercizî spirituali", 1932; Fem kornbröd och två fiskar "Cinque pani e due pesci", 1942), ha piegato i metri e i ritmi della grande lirica ottocentesca al suo proposito ironico-patetico di accostare e fondere il realistico e il visionario, la scepsi moderna e la mistica cristiana, in una lingua a un tempo aulica e quotidiana fino al gergo. La tensione che nasce da questo accostamento di tradizioni letterarie e di toni così diversi si rispecchia anche nelle ultime raccolte, come Dödsmask och lustgård ("La maschera di morte e l'Eden", 1952), Terziner i okonstens tid ("Terzine in tempi inartistici", 1958), Ögon, läppar ("Occhi, labbra", 1959). G. svolse un'importante attività di traduttore (il teatro classico greco, francese, spagnolo, la grande poesia antica e moderna). Accademico di Svezia dal 1940.