Vedi HISTRIA dell'anno: 1961 - 1973
HISTRIA ("Ιστρος, ῾Ιστρία, ῾Ιστρίη)
Colonia milesia sulla riva sinistra del Mar Nero su un promontorio di scisto verde, a circa 50 km a N da Costanza (ant. Tomi), in Romania. La sua posizione presso le foci d'una grande arteria fluviale quale il Danubio (Herod., ii, 33; iv, 99) faceva di essa un emporio ideale per il libero commercio di scambio di una colonia greca; ma lo stesso Danubio che per più secoli favorì il suo sviluppo economico, deponendo lentamente un lungo banco di sabbia di fronte al porto, contribuì col tempo alla sua rovina e trasformò una città marinara in una capitale d'un distretto agricolo, a specchio del lago Sinoe, poco profondo e non navigabile.
La tradizione letteraria sulla città è estremamente povera e, in linee generali, si limita a: la data della fondazione, forse leggendaria - il 657 a. C. - trasmessaci da Eusebio (Eusebius-Hieronymus, Chronicon, ed. Helm, Berlino, 1956, p. 956 b), un accenno di Aristotele (Pol., vii [v], 5, 2) sulle trasformazioni sociali che, verso la metà del V sec., hanno portato al trionfo della democrazia su un'oligarchia aristocratica, l'informazione di Polibio (iv, 41) sulle deposizioni alluvionali del Danubio e sulla formazione, già in età ellenistica, di un banco di sabbia pericoloso alla navigazione, il primo contatto con Roma nel 72-71 a. C. (Arrian., Illyr., 30; Eutrop., vi, 10; Ruf. Fest., Brev., 9), l'annessione all'Impero al tempo di Augusto (Ovid., Trist., ii, 197-200; cfr. Ex Ponto, iv, 7 e iv, 9), l'invasione gotica avvenuta verosimilmente nel 248 (Script. Hist. Aug., xxi, 16, 3).
Nonostante l'eccezionale ricchezza del materiale epigrafico già venuto in luce, la storia di H. - politica, economica e sociale - si potrà scrivere soltanto col sussidio delle scoperte archeologiche che sistematiche campagne di scavo (a cominciare dal 1914) vanno tenacemente compiendo.
Intanto, i risultati ottenuti finora permettono di stabilire la topografia generale - le tre cinte di mura, la necropoli piana di età romana e la necropoli tumulare - e d'intravedere il suo aspetto monumentale in alcuni periodi, altri rimanendo per il momento del tutto oscuri.
Le tre cinte di mura venute in luce - di epoca classica, ellenistica e tardo-romana (quest'ultima elevata in fretta dopo l'incendio gotico del 248) su di un perimetro approssimativamente parallelo, ma sempre più ristretto, sono indizî preziosi per la vita economica della città. Le prime due cinte sono completamente smantellate, ma la terza ed ultima (fine II-VII sec. d. C.), relativamente ben conservata, è ancora imponente per il suo grande spessore, il numero di torri e bastioni e la bellezza del suo paramento esterno.
Dell'epoca arcaica non si conoscono ancora vestigia monumentali; ma un frammento di koùros, databile intorno al 600, e alcune statuette fittili dedicate ad Afrodite, della prima metà del VI sec. a. C., fanno presupporre l'esistenza di templi e sacelli già all'inizio del VI secolo. La ricca raccolta di ceramica arcaica di tutte le serie note - dapprima di preferenza ioniche e rodie, poi anche corinzie e specialmente attiche - apparsa tanto a H. stessa, quanto nel suo territorio rurale, ci prova la complessa rete di relazioni commerciali che legava la colonia milesia e il suo retroterra ai varî centri di produzione della Grecia propria.
Più numerose sono le testimonianze per l'epoca classica: alla prima metà del V sec. a. C. appartiene un tempio periptero, attribuito ad Afrodite, di pietra calcarea di cui non rimane che lo stilobate; la sua pianta, con un naòs quadrato e un ampio prònaos (uguale alla metà del naòs) è di un noto tipo ionico-asiatico. Circa alla stessa epoca appartiene anche un grande altare della stessa pietra calcarea dorata. Un logoro blocco d'architrave in marmo, con un'iscrizione votiva ad Apollo Ietròs (fine sec. V) ci prova l'esistenza di un altro tempio dedicato al dio eponimo della città. Grandi frammenti architettonici finemente lavorati, stilisticamente affini a frammenti similari trovati a Mileto o a Efeso, suggeriscono l'idea di templi di notevoli proporzioni.
Per l'epoca ellenistica le testimonianze abbondano: di una singolare importanza - non solo nel quadro ristretto di H. ma in quello più vasto del mondo greco-orientale - sono i resti dell'elevato d'un tempietto dorico in antis, in marmo, dedicato da un cittadino di Taso (iscrizione sul blocco centrale dell'epistelio) al Μέγας Θεός, divinità d'indubbio carattere greco-tracico. Le numerose sculture marmoree, generalmente di piccolo formato ma anche colossali - testa di Helios, oggi in Bulgaria, museo di Varna -, la singolare raccolta di statuette fittili sia importate, sia di produzione locale, lo stragrande numero di anfore provenienti dai principali centri di produzione del mondo greco - Rodi, Cnido, Sinope e Taso - contribuiscono a farci intravedere un periodo fiorente nonostante le lotte interne e i pericoli di cui ci parlano numerose iscrizioni.
Degna di nota è l'emissione monetaria istriana dal V sec. a. C. all'epoca romana, specialmente le belle dracme d'argento col doppio volto e l'emblema di H. - avvoltoio che becca un delfino - coniate tra la metà del V sec. e II III sec. a. C.
Il grande iato delle nostre conoscenze, dal punto di vista artistico e monumentale, è costituito dall'H. dei due primi secoli d. C. per i quali la documentazione epigrafica - ricchissima - ci parla di un'intensa attività edilizia quale la riparazione del porto e la costruzione di templi, portici e mercati: basti ricordare che son giunti sino a noi ben sette blocchi d'architrave con dediche a imperatori del Il sec. d. C.
L'H. di epoca tardo-romana e bizantina, dalla seconda metà del III sec. d. C., dopo il disastro gotico cioè, ai primi decennî del VII sec. d. C., le monete più tarde dell'ultimo strato di H. essendo quelle di Eraclio) è, naturalmente, quella meglio nota: ed essa ci appare sino agli ultimi anni della sua vita in un complesso urbano di edifici pubblici e privati lungo larghe strade ben lastricate e sapientemente canalizzate. Accanto a una vasta zona ufficiale di grandi basiliche, tabernae, piazze e terme, sorge un vasto quartiere di abitazioni sia modeste, tipo insula, sia d'una certa grandiosità, come una casa d'epoca costantiniana con grande cortile a colonne, o due grandi case di epoca romano-bizantina (VI sec.).
Queste due ultime case a peristilio incompleto ricche di ornamenti marmorei, tra i quali ricordiamo i tipici capitelli bizantini con croce semplice o tra foglie merlettate d'acanto, rientrano nel quadro di H. in epoca cristiana: la piccola basilica, inclusa in una di esse fa pensare a un nucleo di cenobio o all'abitazione di una personalità religiosa (un vescovo ?). A giudicare dal numero di basiliche finora venute in luce - una extra muros, le altre tre nel circuito dell'ultima cinta - e dai numerosi frammenti di vasi fittili e marmorei col segno della croce, sembra che H. abbia avuto una certa importanza anche in epoca cristiana, adempiendo in tal modo, sino alla fine della sua esistenza (primi decennî del sec. VII), al suo compito d'importante fattore economico e culturale nella regione del basso Danubio.
Bibl.: V. Pârvan, Histria IV. Inscriptii găsite in 1914 si 1915, in Anal. Academiei Române, Memoriile Sect. Istorice, s. II, I, XXXVIII, 1916; id., Historia VII. Inscriptii găsite in 1916, 1921 si 1922, in Anal. Academiei Române, Memoriile Sect. Istorice, s. III, T. II, 1923; id., Fouilles d'Histria. Inscriptions, troisième série 1923-1925, in Dacia, II, 1925, pp. 198-248; S. Lambrino, Fouilles d'Histria, in Dacia, III-IV, 1927-1928, pp. 378-410; id., Histria romaine à la lumière de fouilles, in Rev. Ét. Lat., IX, 1931, p. 77 ss.; M. Lambrino, La céramique d'Histria. Série rhodo-ionienne, Bucarest 1938; Histria I, Monografie arheologică, Bucarest 1954. Vedi inoltre i rapporti annuali di scavo pubblicat in: Stud. Cercet. Istorie Vecie, I, 1950, pp. 75-82; II, 1951, pp. 127-158; III, 1952, pp. 231-280; IV, 1953, pp. 90-152; V, 1954, pp. 69-122 e in Materiale òi cercetări arheologice, IV, 1957, pp. 9-102; V, 1959, pp. 283-328; D. Adamesteanu, in Arch. Classica, VII, 1955, p. 218 ss.; E. Condurachi, Histria à l'époque du Bas-Empire d'après les dernières fouilles archéologiques, in Dacia, n. s., I, 1957, pp. 245-264; id., Der Beitrag der Münzfunde von Istros zur Kenntnis des Waren- und Geldumlaufes an der unteren Donau im vorrömischen Zeitraum, in Wissensch. Annalen, VI, 1957, pp. 289-304; id., Il periodo ellenistico in Dobrugia alla luce degli scavi archeologici di Histria, in Acme, XI, 1958, p. 7 ss.; D. M. Pippidi, Contribuôi la istoria veche a Romînei, Bucarest 1958 (pp. 13-213 una serie di importanti studî storico-epigrafici su H.); id., Les fouilles d'Istros (1914-1927), in Bull. Corr. Hell., LXXXII, 1958, pp. 335-350; id., Der sogenannte Aphroditentempel zu Istros, in Ethnogr. Arch. Forschungen, VI, 1959, pp. 72-82.