HIRSCH, Moritz, barone
Filantropo e mecenate ebreo, nato a Monaco il 9 dicembre 1831, morto presso Érsekujvár (ora Nové Zámky) in Slovacchia, il 21 aprile 1896. Nel 1855 sposò Clara, Bischoffsheim, figlia maggiore di Raffaele, titolare di un'importante banca, della quale divenne presto la mente direttiva. Accresciuto il patrimonio con eredità ricevute alla morte del padre e del nonno, si diede a imprese ferroviarie in Austria, nei Balcani, in Russia. Il suo progetto d'una ferrovia che congiungesse l'Europa con l'Asia incontrò dapprima molta diffidenza, ma riuscì a trionfare. Da allora fu considerato uno dei primi uomini d'affari europei.
Sollecito delle condizioni intellettuali e materiali degli Ebrei d' Oriente, incaricò d'indagini e di munifiche iniziative Emanuel Veneziani e fu largo sostenitore delle opere che l'Alliance Israélite Universelle compiva a pro degli Ebrei d'Oriente. A essa nel 1873 donò un milione di franchi, dal 1880 alla morte ne colmò annualmente il deficit del bilancio; nel 1889 consolidò le sue donazioni in una fondazione stabile molto cospicua. Durante la guerra russo-turca del 1878 fondò e mantenne a sue spese ospedali militari. Particolarmente preoccupato delle tristissime condizioni degli Ebrei in Russia, si convinse che la risoluzione di tale questione stava solo nell'offrire a quegli Ebrei la possibilità di emigrare. Studiò a fondo le possibilità pratiche di tale impresa e, convinto che l'originaria attitudine della razza ebraica fosse per l'agricoltura, addivenne alla fondazione della Jewish Colonization Association, associazione internazionale, regolata dalla legislazione inglese, il cui capitale iniziale, da lui interamente versato, fu di due milioni di lire sterline, per promuovere l'emigrazione degli Ebrei dalla Russia in America; la meta di tale colonizzazione fu dapprima l'Argentina. Successivamente s'interessò della situazione degli Ebrei in Galizia, entrò in rapporto col governo austriaco (1888) per la formazione di scuole e di opere assistenziali che egli stesso largamente finanziò.
Bibl.: O. S. Straus, in Forum, luglio 1896; Jew. Encycl., VI, coll. 414-416; Encyclop. judaica, VIII, coll. 87-89.