IRIGOYEN, Hipólito
Uomo politico argentino, nato a Luján (Buenos Aires) nel 1850, morto a Buenos Aires il 3 luglio 1933. Finché visse lo zio Alem, capo del partito radicale e organizzatore delle rivoluzioni del 1890 e del 1893, non ebbe rilievo proprio e solo a quella parentela dovette due elezioni a deputato: nel 1878 (legislatura dello Stato di Buenos Aires) e nel 1880 (parlamento nazionale). Alla morte di Alem (1896), approfittando delle rivalità fra i suoi luogotenenti, s'impadronì della successione. Da allora mantenne il partito in continuo stato di cospirazione, minacciando sempre un'insurrezione che non scoppiava mai, ma con la cui ininterrotta preparazione egli placava, allettandole, le impazienze dei capi minori, ed allenava la massa alla coesione.
Dopo 20 anni, salì d'improvviso al potere, nel 1916, con le prime elezioni fatte sotto la legge Saenz Peña. I sei anni della presidenza di I. furono amministrativamente assai poco felici. Ciò non ostante, il fanatismo del popolino per questo protettore degli umili fece sì ch'egli serbasse un sicuro predominio elettorale; e, se non poté essere rieletto subito perché la costituzione prescrive almeno un periodo d'interruzione, fu in grado di gettare un'ombra paralizzante sul succedutogli governo Alvear, al termine del quale si fece di nuovo innalzare alla presidenza (14 giugno 1928). Ma sotto la pressione della sopravvenuta crisi mondiale, la sua insufficienza come statista provocò la rivolta capeggiata dal gen. Uriburu, che costrinse I. alle dimissioni (5 novembre 1930) e lo esiliò.