HIMEROS ("Ιμερος, Desiderium, Cupido)
Personificazione del folle desiderio amoroso, figlio di Afrodite (Luc., Deor. dial., 15; Anth. Pal., vii, 421), fratello di Eros. Non ancora ben distinto da Eros in Omero, è indicato da Esiodo (Theog., 201 ss.) coll'epiteto di καλός e già differenziato dal fratello; occupa nell'Olimpo, insieme con le Cariti, un posto ben distinto presso le Muse (ibid., 64). La precisa determinazione della sua natura però e della sua essenza è formulata in Grecia solo dalla speculazione dei filosofi. I Romani, mantenendo talvolta ancora l'epiteto di H., per lo più traducono il sentimento amoroso che lo caratterizza con Desiderium e lo identificano con Cupido.
Figurativamente H. nell'arcaismo e per tutto il V sec. a. C. è rappresentato sempre compagno di Afrodite e in tutto simile ad Eros (v.), da questi distinto soltanto per mezzo del nome iscritto. Sappiamo che così doveva apparire sullo scudo di Achille (Quint. Sm., 6, 71); così è rappresentato su un pinax a figure nere del 570 circa; su un cratere a figure rosse della Collezione Santangelo, su uno stàmnos da Vulci al British Museum (E 44o) con Ulisse e le Sirene; su una hydrìa da Nola dove H. è accanto a Peitho; su una pisside da Eretria e sull'epìnetron pure da Eretria. Simile in tutto ad Eros e, insieme a questi, a lato di Afrodite, appare anche H. alato su un sostegno di specchio a Copenaghen. Ancora nel IV sec. a. C., su anfore lucane, H. è sempre rappresentato insieme alle divinità e personificazioni del seguito di Afrodite. Platone (Symp., 197 d) lo associa alle Cariti, e così è rappresentato su alcune monete. Solo nel IV sec. si creò il tipo di H. nella plastica a tutto tondo: sappiamo infatti da Pausania (i, 43, 6) che a Megara ornavano il tempio di Afrodite Pràxis le statue di H., Eros e Pothos, opere di Skopas. La creazione di questo complesso viene attribuita al periodo post-asiatico dell'attività di Skopas; l'archetipo però non ci è noto. Solo si può avanzare l'ipotesi che la figura di H. nel gruppo dovesse bilanciare quella del Pothos (v.), ed entrambe inquadrare la figura centrale di Eros. Alcune monete di Kidramos in Caria, con la rappresentazione di tre eroti ai piedi di Afrodite, nei quali si sono voluti identificare H., Eros e Pothos, non hanno nulla in comune col gruppo di Megara (B. V. Head, Hist. num., p. 253). Da un epigramma di Antipatro di Sidone (in Anth. Pal., xvi, 167) apprendiamo che si indicava come H. l'Eros di Tespie di Prassitele.
Bibl.: Stoll, in Roscher, I, 2, c. 266 ss.; W. Otto, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, c. 1635, s. v.; A. B. Cook, Zeus, III, 2, Cambridge 1940, Appendix Q., p. 1016 ss; P. E. Arias, Skopas, Roma 1952. Per lo specchio: P. J. Riis, in Fra Nation. Arbejdsmark, 1947; L. B. Ghaili-Kahil, Les enlèvement et le retour d'Hélène, Parigi 1955, pp. 59-60. Si rimanda anche alla voce eros.