HIMERA (῾Ιμέρα)
Ninfa del fiume e della città omonimi sulla costa settentrionale della Sicilia (v. imera).
Secondo un uso assai frequente nelle zecche siceliote e della Magna Grecia, essa costituisce uno dei tipi favoriti della monetazione di Imera, fino alla distruzione della città da parte dei Cartaginesi nel 408 a. C. Per quanto nell'ambito dei varî tipi si notino innumerevoli varianti di conio, possiamo ridurre a tre i tipi iconografici nei quali essa appare: a) la ninfa è rappresentata in pieno prospetto, con la testa volta di profilo verso un altare sul quale protende il braccio destro e la mano che regge una phiàle; dalla parte opposta del campo monetale - a sinistra - un vecchio sileno si bagna in una fonte con protome leonina, la cui presenza nella rappresentazione è probabilmente da considerare una allusione alle sorgenti termali della zona; b) la ninfa, rappresentata in pieno prospetto, riempie da sola l'intero campo monetale. È vestita di chitone e di un leggerissimo himàtion, senza altri attributi; c) testa della ninfa, in quasi-prospetto, coi capelli raccolti da una sphendòne. I primi due tipi compaiono su tetradracmi e didracmi argentei fin dall'età tardo-arcaica, mentre l'ultimo è limitato a frazioni bronzee coniate negli anni immediatamente precedenti alla distruzione della città.
Da non confondere con la nostra ninfa è la personificazione della città la cui figura turrita compare in monete bronzee di Thermae Himerenses databili al terzo venticinquennio del III sec. a. C.
Bibl.: Drexler, in Roscher, I, 2, cc. 2660-2661; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, pp. 117, 144-147; Ch. Seltman, Greek Coins, Londra 1933, p. 129; G. E. Rizzo, Monete greche della Sicilia, Roma 1946, tav. 21 e testo relativo.