HILDEBRANDSLIED (Canto di Ildebrando)
È il più antico documento dell'epica nazionale tedesca a noi pervenuto. È un componimento frammentario di 68 versi allitterati, alcuni dei quali incompleti, redatto alla fine del sec. VIII, o al principio del IX, in antico alto-tedesco, ma con notevoli mescolanze di elementi basso-tedeschi, probabilmente nel monastero di Fulda, ed edito la prima volta da J. G. von Eccard nel 1720, come brano di un "romanzo in prosa"; i fratelli Grimm ne dimostrarono la forma metrica.
Esso tratta la nota leggenda del ciclo ostrogotico del duello tra il padre e il figlio, nella quale vengono in conflitto due delle più forti potenze del paganesimo germanico, il sentimento della consanguineità e l'onore eroico, che trova qualche riscontro nella leggenda iranica, greca e irlandese, e che si può completare così con l'aiuto di altre tradizioni: Ildebrando aveva accompagnato Teodorico di Verona alla corte di Attila; dopo trent'anni di esilio ritorna in patria; gli si fa incontro, a capo di un esercito nemico, il figlio Adubrando, che in lui non riconosce più il padre. S'impegna allora tra il padre e il figlio un duello, col quale comincia la narrazione contenuta nel frammento. Preparate le armi, Ildebrando, avendo chiesto ad Adubrando a quale stirpe appartenga, comprende che gli sta innanzi il suo stesso figliuolo: cerca allora di farsi riconoscere e di evitare il duello. Ma il figlio non gli presta fede e rievoca il valore e il tragico destino del padre. A tale ricordo della gloria passata, si risveglia in Ildebrando il sentimento dell'onor militare, ed egli si rivolge a Dio scongiurandolo di non permettere la pugna con un uomo del medesimo sangue; indi, levandosi dal braccio le armille d'oro a lui donate da Attila, le porge al figlio come un dono di pace; ma Adubrando le rifiuta e insulta quello ch egli crede un "vecchio Unno". Tutti i dolori, tutte le fatiche sofferte e l'esilio e l'assiduo desiderio della casa lontana, sono ora ben poca cosa di fronte a quest'ultimo affanno di Ildebrando. Per un istante un drammatico dubbio si combatte nel suo cuore: o lasciarsi uccidere per non versare il sangue del suo sangue, o uccidere il figlio per salvare il proprio onore. Quest'ultimo sentimento trionfa alla fine e i due eroi spronano allora l'uno contro l'altro, cozzano insieme, mentre sotto i colpi delle lance si spezzano gli scudi lucenti. Così finisce il frammento. Ma in origine la leggenda si chiudeva probabilmente con la vittoria del padre, anziché con la riconciliazione, come avviene nelle elaborazioni che essa subì nei secoli XV e XVI. Il frammento, oltre alla sua grande importanza storica e linguistica, è anche un componimento notevolissimo per la sua viva drammaticità.
La migliore edizione è quella di M. Grein, 2a ed., Kassel 1880. Testo critico con esteso commento di K. Lachmann, über das Hildbrandslied, Berlino 1833.