Pseudonimo del pittore Hieronymus van Aeken (Boscoducale 1450 circa - ivi 1516 circa). Nipote del pittore Jan van Aeken, cui si attribuisce un affresco datato 1454 nella cattedrale di Boscoducale. Dopo il 1486 il suo nome compare nella confraternita cittadina della Madonna. Nel 1504 era incaricato da Filippo il Bello duca d'Austria dell'esecuzione di un Giudizio universale. Nelle sue opere ritenute giovanili è singolare l'isolamento dai modi dell'arte fiamminga contemporanea. Lo svolgimento successivo del B. mantiene sempre la più grande indipendenza, traendo costante ispirazione dalle credenze popolari, dai misteri, dalle strane fêtes des fous, attraverso un'immaginazione fervida ma satirica, colma di visioni di incubo e di follia, nutrendo il suo repertorio iconografico d'origine medievale di una precisa osservazione della realtà, poiché nell'apparenza delle cose e nel colore egli è infatti di un'acuta sensibilità naturalistica. Molto influirono sul pensiero del B. le dottrine dei mistici fiamminghi, specialmente del Ruysbroeck. Tra i suoi lavori principali: l'Adorazione dei Magi (musei del Prado, di Amsterdam, e Metropolitan di New York), l'allegoria del Carro di fieno (Prado), l'Adorazione dei pastori (Colonia), il Cristo portacroce (Escorial e museo di Gand), Il giardino delle delizie (Prado), la Coronazione di spine (Escorial e Valenza), la Guarigione della follia (Amsterdam), la Tentazione di s. Antonio (Bruxelles, Anversa, Amsterdam), il Paradiso e l'Inferno a Venezia (Accademia), ecc. L'influenza del B. è stata profonda e trova la più legittima continuazione nell'arte di P. Bruegel.