HERTZBERG, Ewald Friedrich, conte di
Uomo politico prussiano, nato a Lottin presso Stettino il 2 settembre 1725, morto a Berlino il 27 maggio 1795. Studiò all'università di Halle diritto costituzionale e storia. Entrò nell'amministrazione degli archivî di stato e ottenne nel 1750 il posto di direttore dell'archivio segreto. Esercitando questa carica acquistò una conoscenza fondamentale della storia brandeburghese-prussiana, che giovò poi molto alla sua attività politica, e gli diede modo di pubblicare una serie di lavori che gli procurarono l'ingresso nell'Accademia delle scienze. Ebbe occasione di prestare aiuto al re Federico II nella composizione delle sue "Memorie" (Mémoires de la maison de Brandenbourg). Prendendo conoscenza della corrispondenza tenuta coi rappresentanti della Prussia alle corti estere ebbe modo di penetrare nella politica estera del gran re. Alla fine del 1762 questi gli affidò la direzione dei negoziati di pace condotti con l'Austria, che fu conclusa nel 1763 a Hubertusburg. In riconoscenza dei servigi prestati H. fu nominato ministro di stato e da allora rimase alla direzione del dipartimerito degli Affari esteri, al fianco del conte Finckenstein. Egli era per natura più scienziato che uomo di stato; ma aveva grande coscienza del suo valore politico e si sentì offeso, perché il re non si faceva togliere di mano la direzione della politica e gli concedeva solo un influenza ben limitata. Da convinto avversario dell'Austria egli biasimava l'accordo di Federico con la monarchia danubiana nella prima spartizione della Polonia e nella guerra di successione bavarese: nella fondazione della Lega dei principi si manifestò palesemente il suo contrasto col re. La sua ora venne però soltanto con l'ascensione al trono di Federico Guglielmo II (1786), col quale egli aveva allacciato già prima stretti rapporti. Lo scopo di H. era di togliere la Prussia dal suo isolamento in Europa e di contrapporre alla Lega delle potenze meridionali, Francia, Austria e Spagna, un'alleanza dei paesi nordici, Prussia, Russia e Inghilterra. Il primo passo in questa direzione fu l'alleanza con l'Inghilterra, ch'egli riuscì a concludere in mezzo ai torbidi olandesi del 1787. Ma già in quell'occasione apparve chiaramerite ch'egli non era pienamente sicuro del consenso del re e che un influente partito a corte la combatteva. Volle trarre profitto dalla guerra della Russia e dell'Austria con la Turchia, scoppiata in quei tempi, per far acquistare alla Prussia, senza tirare la spada, non solo una posizione politica più forte, ma anche un accrescimento territoriale. Egli concepì il piano di conquistare, per mezzo di una mediazione armata, ma senza far guerra, Danzica e Thorn, che erano rimasti alla Polonia nel 1772; la Polonia doveva essere indennizzata col riprendere la Galizia, in cambio della quale l'Austria doveva ricevere i principati danubiani che si trovavano fino allora in possesso dei Turchi; anche la Russia doveva essere tacitata con territorî turchi. Questo piano non aveva fin da principio alcuna probabilità di riuscita, poiché nessuna delle potenze era disposta alle cessioni che si volevano da esse, e l'Inghilterra, sull'appoggio della quale si contava, si teneva in disparte nella questione orientale. Inoltre il re, durante i lunghi negoziati, si era allontanato dal suo ministro. Così l'intervento finì in un modo affatto diverso da quel che avrebbe voluto H.: nella convenzione di Reichenbach si venne nel 1790 a un accordo fra la Prussia e l'Austria: la politica delle spartizioni venne abbandonata. La posizione di H. rimase scossa, e nel 1791 si dimise. Si diede sul tramonto della sua vita, all'attività letteraria che si svolse in genere in ambiente ostile, per i suoi attacchi contro la politica ufficiale.
Bibl.: A. Th. Preuss, E. F. Graf von H., Berlino 1909; P. Bailleu, in Allg. Deutsche Biographie, XII, pp. 241-249.