Muller, Herta
Müller, Herta. – Scrittrice tedesca (n. Niţchidorf, Romania, 1953). Dopo essersi rifiutata di collaborare con la Securitate, i servizi segreti del regime di Nicolae Ceauşescu, per spiare i suoi colleghi di un’azienda ingegneristica, M. ha subito la censura del suo primo romanzo Niederungen (1982; trad. it. 1987), un pesante interrogatorio e il divieto di pubblicare in Romania. Nel 1987 si è trasferita in Germania, dove si è dedicata a denunciare il terrore del vivere quotidianamente sotto una dittatura, l’inquietudine di sentirsi costantemente spiati e la difficoltà a stringere amicizie sincere, temi che hanno improntato tutta la sua produzione letteraria del Novecento, come in Reisende auf einem Bein (1989; trad. it. 1992), Der Teufel sitzt im Spiegel (1991), Der Fuchs war damals schon der Jäger (1992), Herztier (1994; trad. it. Il paese delle prugne verdi, 2008), In der Falle (1996; trad. it. 2010), Heute wär ich mir lieber nicht begegnet (1997; trad. it. 2011) e Der fremde Blick oder das Leben ist ein Furz in der Laterne (1999; trad. it. 2009). Nel 21° secolo M. ha rilanciato l’idea di una scrittura di ‘resistenza’ trasponendola in forma lirica con la raccolta di poesie Im Haarknoten wohnt eine Dame (2000), dove i ricordi, le gioie e le sofferenze della sua vita si condensano in canto popolare fatto di parole, suoni e frammenti di memoria, per poi concentrarsi sulla rilettura in prima persona della propria esistenza con la piccola raccolta di saggi Der König verneigt sich und tötet (2003; trad. it. 2011), dedicati al rapporto tra la lingua madre e la memoria delle proprie origini e, attraverso la metafora scacchistica, al bisogno di ribellarsi a ogni potere dispotico e alle sue ‘scacchiere’ concettuali e militari. Dopo il primo libro scritto in rumeno, Este sau nu este Ion (2005; trad. it. Essere o non essere Ion, 2012), dove si mescolano poesia, prosa, arti visive e ritagli di giornali d’epoca, in un caleidoscopio d’immagini che ricostruisce la retorica della dittatura di Ceauşescu, M. ha pubblicato Atemschaukel (2009; trad. it. L’altalena del respiro, 2010), romanzo dedicato alla deportazione della minoranza tedesca romena nei campi di concentramento sovietici in Ucraina, suggellando una carriera e uno stile che «con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa, dipinge il paesaggio degli spodestati», come si legge nelle motivazioni del premio Nobel per la letteratura consegnatole nel 2009. Nello stesso anno M. ha dato alle stampe un racconto autobiografico, Christina und ihre Atrappe oder Was (nicht) in den Akten der Securitate steht (trad. it. Cristina e il suo doppio, 2010), con cui presenta al mondo Cristina, il nome in codice del dossier che la Securitate aveva creato per controllarla, screditarla agli occhi di amici e parenti e isolarla dal mondo come nemica dello Stato.