HERRERA, Francisco de, il Vecchio
Pittore, nato a Siviglia nel 1576, morto a Madrid nel 1656. Cominciò a dipingere nella sua città natale al fianco di Luis Fernández. Con le sue opere H. preludeva al realismo di Velásquez, e di tutti gli artisti spagnoli del sec. XVI formatisi sui modelli italiani, egli fu quello che abbandonò con maggior franchezza le vecchie tradizioni. I martiri, i condannati a morte, le apoteosi, le visioni apocalittiche furono i soggetti da lui trattati più frequentemente; il suo pennello era violento, come il suo carattere era brutale; ma le sue figure sono piene di dignità. Tra le sue opere più notevoli citiamo: a Siviglia, il Giudizio universale nella chiesa parrocchiale di S. Bernardo, l'affresco della cupola nella chiesa di S. Bonaventura e diversi lavori nel palazzo di San Telmo (provenienti dall'altare maggiore della chiesa parrocchiale di S. Martino) e nel museo provinciale; a Madrid, il Miracolo della moltiplicazione dei pani e il Pentimento di S. Pietro nell'Accademia di belle arti di S. Ferdinando, e un S. Giuseppe nella collezione Lázaro; a Parigi, S. Basilio che detta la sua dottrina (Louvre); a Vienna, Il musicante cieco (collezione Czernin); ad Avignone, L'idiota nel museo locale, ecc. Furono alunni di H.: Francisco de la Reina (1620-1659), Sebastián del Llano Valdés, che col Murillo fondò nel 1660 l'Accademia di pittura di Siviglia e il paesista Ignacio Iriarte (1620-1685), oltre al figlio Francesco, detto H. il giovane, e a un altro figlio noto col nome di Herrera il biondo, stimato pittore di nature morte. Anche Velásquez frequentò il suo studio, ma lo abbandoriò ben presto per il cattivo carattere del maestro.
Il figlio minore, Francisco il Giovane, pittore e architetto, nato a Siviglia nel 1622, morto a Madrid il 25 agosto 1685, fuggì in Italia e si stabilì a Roma. Morto il padre, ritornò a Siviglia, dove fu nominato direttore dell'Accademia fondata poco prima dal Murillo. La prima pittura eseguita in patria da H. fu il Trionfo del SS. Sacramento per la Sala del consiglio della "Hermandad del Sagrario"; a quella seguì un S. Francesco per la cappella di tale santo e un S. Fernando che si conserva nel museo sivigliano. Dopo il 1660 trasferì la propria residenza a Madrid e vi dipinse un S. Ermenegildo per l'altar maggiore delle Carmelitane Scalze, gli affreschi della vòlta del coro a S. Filippo "el Real" e la cupola della cappella della Madonna de Atocha. Quest'opera piacque al re che nel novembre del 1672 lo nominò suo pittore e il 22 luglio 1677 lo fece maestro maggiore della fabbrica del Palazzo, posto rimasto vacante per la morte di Gaspar de la Peña. Così il pittore dovette dedicarsi all'architettura. Il suo maggior tentativo per introdurre nella Spagna il barocco architettonico fu la chiesa del Pilar a Saragozza, che in seguito è stata quasi interamente cambiata nel suo aspetto decorativo. Questo tempio spazioso, sormontato da numerose cupole, produce un effetto di grandiosità, ma l'interno non desta profonda emozione religiosa e artistica.
Bibl.: A. L. Mayer, in Thieme-Becker, Künstl.-Lex., XVI, Lipsia 1923.