HEROON (‛Ηρῷον, herōon)
In senso proprio e originario è la tomba dell'eroe, ma poiché in senso lato ogni defunto è considerato come tale, il termine si usa anche per indicare una tomba in generale.
Dato il carattere peculiare della tomba dell'eroe, che è insieme luogo di sepoltura e di culto, l'heroon propriamente detto tiene, dal punto di vista architettonico, del sepolcro e del tempio. Al primo è soprattutto vicino nei tempi più antichi: esso è costituito dalla tomba, di forma prevalentemente circolare, con o senza tumulo sovrapposto, ed è chiuso entro un recinto rettangolare (τέμενος o σηκός) con piante, fiori, ecc.; la porta del recinto è normalmente rivolta verso occidente. Un tumulo con alberi era la tomba di Pelope a Olimpia, e tumuli erano innalzati nei principali campi di battaglia in ricordo dei caduti. Più tardi si accentua la somiglianza col tempio, di cui l'edificio che contiene la tomba prende l'aspetto. Anche allora però si mantengono certi elementi, che ricordano l'origine funeraria del culto: il tempio è molto spesso circolare, a tholos, e in esso s'apre la fossa (βόϑρος) entro la quale vengono gettate le offerte. Quando il senso proprio si perde, la forma di heroon si confonde con quella della tomba.
Esempî di heroon sono conservati a Olimpia: uno più antico, del sec. VI, e uno del sec. IV, il Philippeion: il primo era formato di due camere rettangolari, precedute da un vestibolo: delle camere, una conteneva l'altare (ἐσχάρα), l'altra racchiudeva un ambiente circolare con la fossa. Nell'Eretteo, sull'Acropoli di Atene, era l'heroon di Pandione; un heroon può considerarsi anche la tholos di Asclepio a Epidauro. Varie città veneravano nell'agorà la tomba, heroon, del fondatore: così, secondo Pausania, a Caradra in Focide, e, secondo Pindaro, a Cirene quella di Batto, che oggi sembra si sia identificata; forse con lo stesso concetto si deve collegare la tradizione della tomba di Romolo nel Foro Romano.
Gli esempî più belli di heroon sono tuttavia quello di ǦölbaŞi-Trysa nell'Asia Minore e quelli, assai numerosi, di Tera. Il primo, innalzato in onore di un dinasta indigeno vissuto nella seconda metà del sec. v a. C., era costituito da un recinto quadrangolare, entro il quale, circondato da boschetti, era il sarcofago del principe scolpito nella roccia: il maggiore interesse del monumento era rappresentato dai fregi a rilievo, oggi al British Museum, che ornavano all'interno e all'esterno il muro del recinto.
Alcuni fra i più caratteristici tipi di heroon di Tera, di età ellenistica, erano costruzioni con ambienti a due piani sovrapposti: l'inferiore a metà sotterraneo, il superiore in forma di tempietto prostilo: il primo serviva certamente come luogo di sepoltura: ma anche nel secondo erano collocati dei sarcofagi: è probabile che in questi fossero deposti i membri più influenti della famiglia e nel vano sottostante i servi. Rappresentazioni di heroon in forma di tempietti, con dentro l'immagine idealizzata del defunto, sono frequentissime nella ceramica italiota (v. fig. s. v. apuli, vasi).
Bibl.: Eitrem, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclop., s. v. Heros; per gli heroa di Olimpia: E. Curtius-F. Adler, Olympia, II, Berlino 1892. Per quelli di Thera: H. Dragendorff, Theräische Gräber, Berlino 1903, p. 236 segg. (Thera, Untersuchungen, Vermessungen und Ausgrabungen, t. II): per ǦölbaŞi-Trysa: O. Benndorf, Das Heroon von Gjölbaschi-Trysa, in Jahrb. Kunsthist. Sammlungen d. Kaiserhaus, Vienna 1889.