Díaz, Hernando
Letterato spagnolo, vissuto tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, autore di una traduzione forse completa, oggi perduta, della Commedia. Passò a Salamanca col suo signore, don P. Alvarez Osorio, al quale dedica la traduzione o rifacimento dell'opera di W. Burley, La vida y excelentes dichos de los màs sabios filósofos que uvo en este mundo, Siviglia 1520 (altre edizioni, 1527 e 1541). Nel prologo di quest'opera accenna alla sua versione della Commedia, della quale si conoscono soltanto le sei stanze di ‛ arte mayor ' che il Díaz vi aggiunge a scopo indicativo: 48 versi che corrispondono alle prime quattro terzine di ogni cantica. L'autore, che tradusse pure un sonetto del Petrarca e il romanzo allegorico Il Peregrino di J. Caviceo, lasciò inedita, per quanto ci risulta, la versione della Commedia; del che forse si avvalse P. Fernández de Villegas, per stampare nel 1515 la sua traduzione dell'Inferno. Dal poco che ci resta, si può dedurre che il Díaz è più aderente all'originale e non arriva alle stravaganze linguistiche del Villegas. Tutti e due (a differenza dell'anonima versione contemporanea, di cui si conoscono pochi canti del Purgatorio in ‛ quintillas ') hanno scelto la strofa di ‛ arte mayor ', la sola degna, prima dell'introduzione dei metri italiani, dell'alta materia dantesca.
Bibl. - W.P. Friederich, Dante's fame abroad, Roma 1950, 47; K.L. Selig, The Dante and Petrarch Translations of H. Diaz, in " Italica " XXXVII (1960) 185-187.