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STRÜBE, Hermann

di Bonaventura Tecchi - Enciclopedia Italiana (1936)
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STRÜBE, Hermann

Bonaventura Tecchi

Pseudonimo dello scrittore Hermann Burte, nato il 15 febbraio 1879 a Maulburg, nel Baden.

Nelle prime opere, soprattutto nei 3 atti unici: Der kranke König, Donna Ines, Das neue Haus (1911), e nei sonetti Patricia (1910) sono chiari gl'influssi dello Shakespeare. L'originalità dello scrittore si rivelò nel romanzo Wiltfeber (1912), nel quale, in tono più epico che narrativo, è descritto idealmente il cammino dell'"eterno tedesco", la storia di un cercatore della sua "Heimat". Nonostante stranezze e ironie paradossali diffuse in questa e in altre opere posteriori, soprattutto di teatro, e benché lo St. sia artista in cui il particolare raffinato vale più dell'insieme, il culto della parola singola più del pensiero, la volontà più dell'istinto, essenzialmente egli rimane attaccato all'ideale della terra avita; per questo, e anche per il tono con cui satireggiò gli ambienti comunisti e aspirò a una rinascita nazionale, si può dire che egli precedette gl'ideali delle ultime correnti letterarie tedesche.

Opere Principali (oltre a quelle già citate): Die Flügelspielerin, 1913; Madlee, Alemannische Gedichte, 1923. Teatro: Katte, commedia, 1914; Simson, commedia, 1917; Der letzte Zeuge, 1921; Apollon und Kassandra, dramma in versi, 1926.

Bibl.: H. Knudsen, Der Dichter Hermann Burte, Costanza 1918.

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