Rorschach, Hermann
Psichiatra e psicologo svizzero (Zurigo 1884 - Herisau 1922). Medico psichiatra a Münsterlingen (1909-13) e poi a Münsingen, lavorò nel 1913 a Mosca e dal 1914 alla clinica psichiatrica di Waldau, per trasferirsi infine all’ospedale cantonale di Herisau. Nel 1919 fu vicepresidente della Società svizzera di psicanalisi. Influenzato dalle teorie psicanalitiche di Freud e Jung e dalla nuova psichiatria di Bleuler, R. si dedicò essenzialmente all’elaborazione e alla taratura di un metodo proiettivo per lo studio della personalità, mettendo a punto il classico test, tuttora di larghissimo impiego in psicodiagnostica, che porta il suo nome. Importanti anche i suoi studi sulla schizofrenia.
Test reattivo volto a stimolare i processi di proiezione dei soggetti esaminati mediante la presentazione di stimoli ambigui o scarsamente strutturati che essi sono invitati a interpretare. In particolare, il test di R. è costituito da dieci tavole che il soggetto è invitato a interpretare liberamente secondo un ordine specifico. Il contenuto di ogni tavola è rappresentato da 10 macchie di inchiostro bilateralmente simmetriche, differentemente colorate. Il soggetto esaminato è invitato a interpretare liberamente le diverse tavole secondo l’ordine in cui gli vengono presentate. Generalmente la prova avviene in due fasi: a una prima esposizione delle 10 tavole, in cui sono registrate dall’esaminatore tutte le risposte date dal soggetto esaminato, segue una seconda esposizione, in cui il soggetto è invitato a riconsiderare ed eventualmente a precisare i contenuti delle singole risposte. Genericamente si può dire che il test, largamente applicato in vari settori (psichiatria, psicologia clinica, antropologia), tende a fornire informazioni circa il controllo intellettivo, l’emotività e la vita fantastica del soggetto.