Economista tedesco (Düren 1810 - Colonia 1858). Fu tra i primi studiosi a formulare il concetto di utilità marginale, che sarebbe stato alla base del sistema teorico neoclassico e della rivoluzione marginalista, e a dare una formulazione psicologica ai concetti fondamentali dell'economia; la sua opera Entwicklung der Gesetze des menschlichen Verkehrs und der daraus fliessenden Regeln für menschliches Handeln (1854; trad. it. 1950) ebbe però riconoscimenti soltanto postumi; né ebbe seguito il suo programma di riforme, imperniato sull'istituzione di una cassa statale di prestiti e sulla nazionalizzazione della terra, mentre le sue teorie sull'utilità e lo scambio, precorrenti quella dell'equilibrio economico, e il metodo matematico da lui prescelto hanno esercitato grande influenza sul pensiero successivo.
L'Entwicklung der Gesetze des menschlichen Verkehrs und der daraus fliessenden Regeln für menschliches Handeln (1854; trad. it. 1950), in cui sostiene che la graduale soddisfazione del bisogno fa scemare l'ampiezza del piacere fino alla sazietà, che il ripetersi delle condizioni producenti il piacere dà un godimento sempre minore e che un periodo di tempo può usarsi più vantaggiosamente ripartendolo in guisa che l'intensità della soddisfazione sia la stessa per ogni specie di piacere, acquistò notorietà soltanto quando W. S. Jevons riconobbe lealmente che G. l'aveva preceduto (1879) e L. Walras lo esaltò come studioso e come riformatore (1885). Sono ancora note come 1a e 2a legge di G. quella della progressiva saturazione dei bisogni, che determina la decrescenza dell'unità marginale dei beni man mano che ne cresce la quantità disponibile, e quella secondo la quale l'optimum di soddisfazione o massimo edonistico del consumatore può conseguirsi soltanto quando siano uguali i gradi finali di intensità dei bisogni soddisfatti, il che si ottiene quando sia raggiunta l'uguaglianza delle utilità marginali ponderate, ossia delle utilità degli ultimi incrementi dei singoli beni acquistati divise per i rispettivi prezzi. Esiste anche una 3a legge di G., meno nota e desunta dalle prime due, secondo cui ogni merce ha un valore soggettivo che decresce a ogni unità addizionale del bene posseduto, fino ad annullarsi del tutto.