GRIMM, Hermann
Scrittore tedesco, nato a Cassel il 6 gennaio 1828, morto a Berlino il 16 giugno 1901. Figlio di Wilhelm Grimm (v.), sposò la poetessa Gisela G., figlia di Achim von Arnim e di Bettina; e lasciò presto anch'egli la pura filologia per volgersi all'arte e alla critica. Amico di Emerson, divenne in Germania il maestro dell'essay (Essays, voll. 4, 1889-1890): cauto, arguto, paradossale e contraddittorio, ma ricco d'intuizioni, agile, acuto. Professore di storia dell'arte all'università di Berlino, portò questa stessa personalità di "irregolare" anche sulla cattedra, e anche nelle opere di maggiore ambizione: la vita di Michelangelo (1ª ed. 1860), la vita di Raffello (1872), preparate in lunghi soggiorni in Italia; le lezioni su Goethe (1876). Fu accusato di mirar troppo ad apparire brillante: in realtà era uno spirito vivo, che reagiva contro ciò che nei metodi della storiografia e nella filologia era diventato o stava diventando meccanico. E la sua opera è stata feconda d'incitamenti e di idee, anche presso gli uomini dell'opposta riva. La miglior parte della sua prosa è ancora oggi vitale (v. la raccolte Fragmente, curata da R. Steig, 1899-1901). Altrettanto non si può dire dei suoi varî drammi, tragedie e racconti; il meglio è in Novellen (1856) e nel romanzo Unüberwindliche Mächte (1867).
Bibl.: R. Steig, H. G., in Biographisches Jahrbuch und deutscher Nekrolog, VI (1901); R. M. Meyer, Die deutsche Literatur des XIX. Jahrh., II, Berlino 1910. Cfr. anche Briefe von Hermann und Gisela G. an die Schwestern Ringseis, Berlino 1905; e Briefwechsel zw. H. G. und R. Emerson, Berlino 1874.