FRYE, Herman Northrop
Critico letterario canadese, nato a Sherbrooke (Quebec) il 14 luglio 1912, morto a Toronto il 23 gennaio 1990. Compì gli studi teologici e letterari presso le università di Toronto e Oxford; nel 1936 venne ordinato pastore della United Church of Canada; nel 1939 era lettore di inglese presso il Victoria College dell'università di Toronto, dove nel dopoguerra, dopo il Master of arts conseguito a Oxford (1940), ottenne la cattedra di Letteratura inglese (1947) e intraprese quindi una brillante carriera accademica (direttore di dipartimento nel 1952; rettore del College, 1959-66, e dell'università, dal 1978). Tra i molti riconoscimenti e onorificenze conseguiti a partire dagli anni Sessanta, si segnalano le ascrizioni accademiche a numerose istituzioni culturali inglesi e statunitensi, e, in Italia, la laurea honoris causa conferita dall'università di Bologna (1989) e il premio letterario Mondello per la saggistica (1990).
Situandosi all'incrocio tra lezione semanticista del New criticism statunitense, suggestioni spengleriane e riflessione sul mito di una ben definita tradizione (da C.G. Jung a J. Frazer, da T.S. Eliot a G. Wilson Knight, sostenitore, negli anni universitari di F. a Toronto, di un'analisi mitico-rituale e simbolica dei testi shakespeariani), l'opera critica di F. si contraddistingue per una forte istanza sistematica, rivolta all'elaborazione di una teoria generale della letteratura e della critica letteraria, elevata quest'ultima al rango di un operare scientifico e imperniata su una teoria destoricizzata dell'immaginazione come "funzione mitopoietica e simbolica, che implica un'antropologia del mito, e unifica a suo nome... la fenomenologia di tutta la letteratura occidentale, dalla Bibbia a Finnegans wake" (Raimondi 1983). Partendo da queste premesse, F. ha sviluppato negli anni un ambizioso progetto culturale, in cui la letteratura è vista come "forma di educazione e affinamento dell'immaginazione collettiva" (Ceserani 1984); di qui l'importanza nella sua attività dell'impegno pedagogico in senso lato, con interventi nella problematica scolastica canadese, nella produzione di libri di testo, e, su un altro versante, la promozione della letteratura canadese (The bush garden. Essays in the Canadian imagination, 1972; Divisions on a ground. Essays in Canadian culture, 1982), l'adesione alle tesi del multiculturalismo come tratto distintivo della comunità nazionale o la ricerca delle sue radici storiche e progettuali (nella Conclusion alla Literary history of Canada, a cura di C.F. Klinck, 1965 e 1976).
Dopo l'importante volume di esordio sul simbolismo di W. Blake (Fearful symmetry, 1947; trad. it., 1976), è con Anathomy of criticism (1957; trad. it., 1969), l'opera sua più nota e tradotta, che F. delinea la sua prospettiva ''globale'' della critica, articolata in una tipologia di metodologie basilari. Tra queste (''critica storica'', che studia i ''modi'' comici, tragici o tematici, di derivazione aristotelica; ''critica etica''; ''critica retorica'') un ruolo centrale ha la ''critica archetipica'', nella quale la ''teoria dei miti'' si propone come superamento dell'allegoresi mitica del Medioevo e del Rinascimento per rintracciare, in un'esperienza artistica o in un'intera civiltà letteraria, la presenza o la ricorsività fondante di un simbolo-immagine (archetipo). Al mythos appunto spetta di coordinare in un modello ciclico-stagionale di natura antropologica la tassonomia elementare dei generi letterari (commedia-mythos della primavera; romance-mythos dell'estate; tragedia-mythos dell'autunno; ironia e satira-mythos dell'inverno).
La saggistica di F. comprende circa 400 titoli; documentano il suo ulteriore percorso critico e applicativo i volumi The well-tempered critic (1963; trad. it., 1974), Fables of identity (1963; trad. it., 1973), The secular scripture (1976; trad. it., 1978), gli studi sulle tragedie e commedie shakespeariane (tra cui Fools of time, 1967; The myth of deliverance, 1982), su Milton (The return of Eden, 1965), su T.S. Eliot (1963; trad. it., 1989) e sulla Bibbia (The great code, 1982; trad. it., 1986), letta da F. come matrice atemporale di miti e immagini simboliche.
Bibl.: AA.VV., Northrop Frye in modern criticism, a cura di M. Krieger, New York 1966; D. Della Terza, Tendenze attuali della critica americana, in Strumenti critici, 9 (1969), pp. 81-97; E. Raimondi, La critica simbolica, in AA.VV., I metodi attuali della critica in Italia, a cura di M. Corti e C. Segre, Torino 1970, pp. 71-95; R. Denham, N. Frye and critical method, College Parks 1978; AA.VV., Centre and labyrinth. Essays in honor of N. Frye, a cura di E. Cook e altri, Toronto 1983; E. Raimondi, Tecniche della critica letteraria, Torino 1983, pp. 17-19, 157-58; R. Ceserani, Breve viaggio nella critica americana, Pisa 1984; R. Wellek, A history of modern criticism 1750-1950, vol. 6, American criticism 1900-1950, New Haven 1986 (trad. it., Bologna 1991); AA.VV., Ritratto di Northrop Frye, a cura di A. Lombardo, Roma 1989 (con Bibliografia delle opere di F. e della critica italiana, a cura di A. Gebbia e B. Meo, pp. 381-418).