HERCLE (Hercle, Herxle, Ercle)
Forma etrusca di Eracle. In Etruria il culto di H. si rivela di chiara importazione ellenica. Alla seconda metà del VI sec. risale la figurazione dell'eroe nella hydrìa ceretana con la leggenda di Busiride; la diffusione del suo culto lungo la costa tirrenica (un ἱερὸν ῾Ηρακλέους è indicato da Tolomeo, iii, 1, vicino a Luni, un altro luogo di culto era sulla via Aurelia a S di Pisa: It. Ant., 293, un altro a Porto Ercole, vicino Cosa: Strab., v, 8-ecc.) lo attesta derivato da scambi commerciali con le città greche della Magna Grecia.
Nella nuova sensibilità gli Etruschi mantennero intatte le tradizioni mitologiche e - con pochissime varianti - quelle iconografiche: il dodekàthlos venne accettato (le fatiche più rappresentate sono le imprese contro il leone nemeo, l'idra, Cerbero, il cinghiale); i parerga assunsero un'importanza maggiore di quanto ne avessero in Grecia (temi favoriti: H. ed Acheloo, le Amazzoni, i Centauri, Kyknos). Un mito rappresentato spessissimo è quello di H. alla fonte, tanto che l'anfora, insieme alla clava, appare spesso come secondo attributo di Hercle. In tutte le figurazioni su sarcofagi, vasi, gemme, specchi, l'eroe, a volte imberbe, a volte barbato, quando non è completamente nudo, è avvolto dalla leontè che gli copre la testa con le zampe incrociate sul davanti: a volte invece la leontè gli copre il petto e le zampe ricadono all'indietro, sulla schiena o sui fianchi. Numerosissime le statuette bronzee con leonte' e clava, sparse per tutti i musei d'Europa. Nelle figurazioni sugli specchi si coglie una maggiore assimilazione del personaggio nella mitologia indigena: su tre specchi (Gerhard, Etrusk. Spiegel, cxxvi a Bologna, v, 59 a Berlino, v, 6o a Firenze) H. adulto viene allattato da Uni alla presenza degli altri dèi: è una figurazione prettamente etrusca che è stata spiegata come cerimonia di adozione di H. da parte di Uni. Un'altra leggenda del tutto etrusca è quella del trasporto di Mlacuch da parte di H. rappresentata su tre specchi, ma di cui ignoriamo il significato (Gerhard, clix, clx, cccxlv). Tre specchi clxvii) ci testimoniano un cambiamento di rapporti tra H. e la sua protettrice Minerva, rivelando, tra i due una relazione affettiva del tutto ignota in Grecia.
Bibl.: Herbig, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, cc. 687-690; Furtwängler, in Roscher, I, 2; J. Bayet, Hercle, Parigi 1926; E. Galli, Hereklv, in Studi Etruschi, XV, 1941, p. 27; G. A. Mansuelli, Specchio Etrusco inedito, in Studi Etruschi, XV, 1941, p. 99; id., Studi sugli specchi etruschi, in Studi Etruschi, XX, 1948-49, p. 76.