Vedi HERAKLEOPOLIS dell'anno: 1960 - 1995
HERAKLEOPOLIS (v. vol. Ill, p. 1151)
Nel 1968 la missione spagnola, che prosegue ancora oggi gli scavi a H., ha identificato la necropoli della X-XI dinastia all'interno della cinta muraria cittadina di epoca posteriore. È uno dei rari casi in Egitto in cui le sepolture si trovano in stretta connessione con lo spazio urbano. Si tratta di alcune mastabe disposte lungo i lati di una strada. Al momento della scoperta, le strutture mostravano tracce di distruzione, probabilmente a causa del saccheggio a cui fu sottoposta H., quando fu conquistata dagli eserciti tebani di Mentuhotep. La struttura architettonica delle mastabe è assai semplice. Esse si compongono di una camera funeraria, in cui veniva posto il sarcofago, e di una Cappella, dove erano deposte le offerte per il defunto. Nella cappella si trovavano la stele e la falsa porta, stilisticamente assai vicine a quelle memfite dell'Antico Regno. È questa un'ulteriore dimostrazione che la tradizione artistica di Menfi, alla disgregazione dello Stato unitario egiziano, si sia mantenuta a H., che rivestì un ruolo culturale e politico di estrema importanza fino alla fine del PrimоPeriodo Intermedio. Più complessa è la struttura della mastaba di Nefeririut, Saket e Herishefnakht, composta da tre camere funerarie e da un'unica cappella. Le pareti interne erano dipinte e iscritte. Vi si trovano inni che, in epoca posteriore, entrarono a far parte della silloge funeraria dei Testi dei Sarcofagi.
Sul Kom el-'Aqāreb, uno dei monticoli che sorgono sul sito dell'antica H., si trovano i resti di quello che è sempre stato considerato come un tempio, anche se recentemente tale interpretazione è stata messa in discussione. Dell'antico edificio rimangono quattro montanti in granito rosa, che inquadravano un portale a triplice entrata, a N dei quali giacciono alcuni tamburi di colonna. Sui blocchi di pietra sono stati rilevati i nomi di Sesostris III e della regina Neferusobek, che hanno indotto a datare l'intera struttura al Medio Regno. In prossimità di queste rovine sono state ritrovate due statue in quarzite con tracce di pittura, alte c.a 4 m e raffiguranti un sovrano assiso; le due sculture sono attualmente esposte al museo del Cairo. Su di esse compare il nome di Ramesse II; alcuni elementi stilistici hanno però portato a considerarle di fattura più antica e ad attribuirle a Sesostris III o a Thutmosis I. Una base di statua dello stesso tipo è stata recentemente trovata all'interno del tempio di Herishef.
Sheshonq, fondatore della XXII dinastia, discendeva da una famiglia di genti libiche originaria di H.; è forse per questo che la città si trovò ad attraversare un nuovo periodo di floridezza proprio durante la dominazione libica. Databile tra la XXII e la XXV dinastia è una necropoli con sepolture di dignitarî. L'origine straniera dei defunti può forse spiegare la differenza tipologica delle strutture tombali, che si trovano sempre all'interno dell'agglomerato urbano, rispetto a quelle egiziane coeve. Si tratta essenzialmente di strutture in pietra, separate da recinti in mattoni crudi. Le tombe 1 e 3 sono le più antiche e risalgono al IX sec. a.C. Per la loro costruzione furono utilizzati blocchi di pietra provenienti dalle parti ramessidi del tempio di Herishef. Si compongono di una cappella aperta verso S e di un'anticamera che immette in due vani contigui. Nel vano orientale della tomba 3 è stato ritrovato un sarcofago di dimensioni tali da non passare per la porta, permettendo così di affermare con certezza che i muri della stanza furono costruiti in un momento successivo alla sepoltura. La struttura delle due tombe è la stessa utilizzata nei sepolcri della coeva necropoli reale di Tanis; mentre quella delle tombe 2, 4, 5 e 6 è costituita da un'unica camera, talvolta preceduta da un cortile in mattoni crudi. La tomba 4 era quella di Tanutamon, superiora delle concubine dell'harem di Herishef. All'interno del sepolcro sono stati trovati quattro vasi canopi in alabastro con iscrizioni policrome, alcuni ushabti e vasi in fa・nce e un pregevolissimo esemplare di scarabeo del cuore. Le tom7 e 8 sono più piccole. In una di esse è stato ritrovato il corredo funerario appartenuto a un figlio reale. In epoca saitica, la necropoli fu in parte utilizzata per seppellirvi persone di rango meno elevato.
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