TROYAT, Henry
Scrittore francese, nato a Mosca il 1° novembre 1911; dal 1920 a Parigi, studiò al liceo di Neuilly-sur-Seine e alla facoltà parigina di diritto. Funzionario della prefettura della Senna, si dimise (1941) per dedicarsi alle lettere.
La sua attività si estende dai romanzi e dalle novelle al teatro, alle biografie, ai saggi, al cinema. Maggiore rilievo è da attribuire alla produzione narrativa: con Faux jour, il primo romanzo (1935) ottiene il "Prix populiste" con Araigne (1938) il Goncourt, mentre lo stesso anno gli viene assegnato il premio Louis Barthou per il complesso dell'opera. Altri romanzi sono Le vivier (1935), Grandeur nature, La clef de voûte (1937), Le mort saisit le vif (1942), Le signe du Taureau (1945), Tant que la terre durera (1947) sugli ultimi anni della Russia zarista e l'inizio della rivoluzione; Le sac et la cendre (1949), Etrangers sur la terre (1950), Les Semailles et les Moissons (3 voll.; 1953-56) sulle vicende di una famiglia provinciale; La neige en deuil (1952), La tête sur les épaules (1958), Les compagnes du coquelicot (1959), La lumière des justes (1960). Le novelle sono raccolte in Le jugegement de Dieu, in Du philantrope à la Rouquine, ecc. Al teatro ha dato Les Vivants (1940), Sébastien (1948), Le vivier (1952), riduzione del suo giovanile romanzo dallo stesso titolo; al cinema Feu de paille, Le château de la dernière chance, Maldonne. Pregevoli le biografie di Dostoevskij (1940), Puškin (1946) e Lermontov (1952).